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‘RADIO PENSIERI’, VOCALELLI: “Monchi ha smontato la Roma”. CARINA: “Può diventare l’Arsenal d’Italia”

LaPresse

Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane

Redazione

Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche.

Giancarlo Dotto (Teleradiostereo 92.7): "Olsen piace molto a Monchi, è il suo preferito. Mirante però se la può giocare, anche facendo una buona tournée. Evidentemente non c’era molta stima di Skorupski. Olsen mi sembra comunque un portiere solido e reattivo per la stazza, ma con Alisson abbiamo perso una grande certezza. Ho fiducia comunque in Monchi, che abbia fatto le valutazioni anche tecniche sul modo di giocare dei due portieri. Malcom mi piacerebbe".

Federico Nisii (Teleradiostereo 92.7): “Olsen è abituato a giocare con una difesa che lo protegge molto bassa come quella svedese. Alisson invece anticipava spesso le giocate, giocava molto con i piedi e la stessa Roma magari teneva la linea alta. Sono due portieri completamente diversi".

Gianluca Lengua (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): "Monchi non potrà mai dire che con Alisson la Roma è meno forte. Oggi però l’ho visto in difficoltà su una questione, quando ha detto: ‘In due anni o vinco o me ne vado’. La Roma agisce così, esulta per una plusvalenza da 60 milioni, ma Monchi ha l’onesta intellettuale di dire che i tifosi non sono contenti per questa politica. La Roma doveva pensare ad essere forte e trattenere il miglior portiere, ma Monchi mi ha dato comunque l’impressione di essere pienamente dentro al problema. Dire ‘se non vinco vado via’ è una cosa che fa sempre scena, poi bisognerà vedere se succederà davvero. Lui sta provando a costruire una squadra competitiva, alla fine insieme a Di Francesco ha portato la Roma in semifinale di Champions. Poi può anche essere stato un caso, ma è un fatto che sia poi anche arrivata terza. Ora i fatti dovranno dire che la Roma prenderà un giocatore che non farà rimpiangere Alisson. Malcom può essere un nome. Comunque bisogna aspettare la fine del mercato, magari Monchi ci stupirà. Qui bisogna fare un atto di fede perché appigli non ce ne sono".

Alessandro Vocalelli (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): "Monchi è lo stesso che a gennaio aveva venduto Dzeko. Se avesse fatto questa operazione a detta loro irrinunciabile, la Roma non avrebbe fatto il miglior cammino della storia in Champions. Quindi non è detto che la miglior operazione economica sia anche quella migliore in assoluto. La cosa che mi preoccupa è che Monchi rimarchi il fatto che la Roma ha preso 10 giocatori e l’ha fatto prima di tutti. Ma questi sono solo numeri e giocatori non titolari. Anche dal punto di vista del confronto con la gente è cambiato molto: ora lui dice ‘se non vinco in due anni vado via’, Pallotta dice ‘se non mi fanno fare lo stadio me ne vado’, altri dicono ’ho sbagliato a tornare alla Roma, chi me l’ha fatto fare’. Nessuno che dice è stato un onore massimo stare alla Roma. E ormai si accettano queste frasi, addirittura si ridacchia. La sincerità di Monchi a livello professionale non la vedo, perché dice una cosa e ne fa un’altra. Se devo giudicare i risultati allora ha venduto giocatori che avrei venduto anche io, come Salah e Nainggolan. Io mi baso sugli acquisti, sono andati via 7 giocatori titolari nell’ultimo anno. Schick, l'acquisto più costoso della storia della Roma, è diventato la riserva della riserva. Di Moreno si sono perse le tracce dopo tre mesi, Under comunque è stato pagato 15 milioni, Defrel 24 milioni ed è sparito dai radar. Io vorrei dargli fiducia, ma al momento ha smontato la squadra che era arrivata a 5 punti dalla Juventus. Monchi aveva due dei portieri più forti d’Europa e ora ne sta cercando uno. Fiducia sì, ma niente atto di fede. Ha venduto tutti quelli che avevano mercato".

Stefano Agresti (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): "Non puoi dire di aver preso 10 giocatori se hai preso un portiere di riserva e dei ragazzi. Ci deve essere una dimensione in quello che si dice. Il riferimento a Inter e Milan è stato come sparare sulla croce rossa. Doveva parlare del Napoli, che dà via un giocatore e ne prende tre. Anche avendo dato via Jorginho ha preso un allenatore da 6 milioni e mezzo e i migliori non li cede, anche senza essere passato per il FFP. Si vuole sempre giustificare questa politica minimalista della Roma, che è solo mettere i conti a posto incassando il più possibile sperando di andare oltre l’obiettivo grazie a una giocata o a una stagione".

Franco Melli (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): "Monchi non ricorda cosa aveva detto tempo fa, dicendo che Alisson non sarebbe mai andato via altrimenti doveva giocare lui in porta. Non puoi prendere in giro l’ambiente, non si può andare avanti a dire una cosa e poi farne un’altra. A che gioco stiamo giocando? Poi magari arriveranno due grandi colpi, ma ad ora la squadra è più debole. Da parte della Roma non c’è la voglia di puntare in alto, si punta su giovani o giocatori da rilanciare. Mi ricordo quando Anzalone prese Pruzzo..."

Guido D’Ubaldo (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): "Areola mi dava più tranquillità rispetto a Olsen. Ora vediamo chi arriverà lì davanti, se Berardi o Malcom che comunque accende di più le fantasie dei tifosi. L’operazione di Alisson a 75 milioni andava fatta, ma se la Roma reinveste davvero questi soldi garantendosi un portiere che possa consentirle di essere ancora competitiva. Il tentativo per Chiesa con la Fiorentina è stato fatto, è il sogno. Ma per la Fiorentina è incedibile. La statura di Monchi si misurerà dall’attaccante che arriverà ora".

Stefano Carina (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): "La Roma viene considerata una tappa di passaggio. Il fatto che oggi Monchi lo dica si va a sommare alla perdita di Nainggolan e Alisson. La Roma potrà essere competitiva, ma già sai che se Under esploderà l’anno prossimo sarà ceduto. Questo lascia l’amaro in bocca, ormai viene detto apertamente senza neanche cercare di nasconderlo. Il problema è capire la Roma per cosa sarà competitiva. Se la Roma prende Malcom il gap comunque non si è diminuito. E’ vero che la Juve vende, ma almeno si migliora continuamente. La Roma arriverà nuovamente tra le prime 4, ma non è vero che si lotterà per lo scudetto. Non si fa mai un passo avanti. La Roma può essere l’Arsenal del campionato italiano. Vuole arrivare sempre in Champions e fare trading, poi se si vince tanto meglio. Tutto in attesa dello stadio. La mission aziendale è quella di arrivare in Champions. Dipende sempre per cosa competi: se è per lo scudetto questo mercato non va bene, se è per mantenere lo status quo allora va benissimo".

Alessandro Austini (Teleradiostereo 92.7): "La Roma ha scelto Olsen, sarà lui il portiere giallorosso per il prossimo anno. Il mercato dei giallorossi, se arrivasse anche Malcom, è molto intrigante. Passare da Alisson a Olsen è un rischio, ma chiunque sarebbe arrivato al posto del brasiliano sarebbe partito da sconfitto. Perdendo Alisson si perde davvero tanto tecnicamente, ma è una cessione inevitabile sapendo come opera la Roma. Spero che arrivi Malcom, è quello che mi convince di più delle alternative, posto che per Chiesa la Fiorentina chiede 80 milioni. Mi emoziona imaginare il brasiliano con la maglia della Roma"

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Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino – 104,5): “Monchi Deve ringraziare Karius. Questa spesa folle del Liverpool parte tutta da lì. La Roma ha incassato tanti soldi ed ora è giusto chiedere un gran bel colpo in attacco”.

Alvaro Moretti (Radio Radio Mattino – 104,5): “La Roma ha capito che giocare senza poter vincere niente costa troppo. Trovare la gioia per un record di vendita sul mercato è desolante. La Roma ha venduto i suoi due top player della passata stagione. Areola? E' una scommessa con tanti rischi. Sarebbe stato meglio puntare su Perin. Inter e Napoli stanno avanti alla Roma e se la Lazio mantiene Milinkovic-Savic lotterà con i giallorossi per il quarto posto"

Nando Orsi (Radio Radio Mattino – 104,5): “La Roma ha incassato una valanga di soldi e spesi altrettanti ma maggiori rispetto al valore dei giocatori presi. Ci volevano meno giovanotti e magari due o tre tosti. Questa è la differenza che fa la Juve rispetto alla Roma. Monchi ha preso 10 giocatori ma uno o due titolari”.