rassegna stampa

Roma c’è. Rimpianto Atalanta

Fra due squadre in costruzione la spunta quella di Di Francesco con la punizione di Kolarov

Redazione

Per ora si può vincere anche così, con un colpo di biliardo su punizione che sarà l’unico tiro in porta di tutta una partita giocata non per scelta con il baricentro bassissimo: cose non da Roma, non da Di Francesco, come riporta Elefante su La Gazzetta dello Sport.

Netta anche un’altra sensazione: Atalanta e Romasono destinate a crescere, forse molto. La squadra di Di Francesco, è ancora in costruzione e da completare. Ha provato a mettere in difficoltà l’Atalanta dove le era più facile, in mezzo, con una partita solida ed esperta più che dominante, anche se il decollo dell’azione è ancora ingolfato: tanto più se affidato, con De Rossi schiacciato o schermato, ai piedi di Manolas che sbaglia troppo in uscita. Anche per questo la produzione offensiva non è stata all’altezza, con Dzeko più generoso che mobile, e servito malino. In compenso la complessiva solidità difensiva, dopo un precampionato da due gol subìti a partita, è parsa una novità incoraggiante. A Di Francesco servono tempo e pazienza, ma intanto tenere aperta una striscia da 8 vittorie in trasferta è ossigeno per lavorare sull’apprendimento della sua filosofia: la difesa a volte non è ancora abbastanza alta, e il pressing collettivo pure; il palleggio per preparare i movimenti a tagliare dentro delle punte esterne ancora imperfetto, come l’alternanza con gli inserimenti degli interni; il gioco verticale un karma ancora troppo leggero. Al contrario delle gambe negli ultimi 15’.

Per fortuna dei giallorossi è niziato a funzionare il tandem Nainggolan-Kolarov: il belga con i suoi movimenti porta il serbo a scompaginare le linee avversarie più dentro il campo e con uno dei suoi strappi, moltiplicati nella ripresa, gli offre una punizione dal limite che ne sollecita la furbizia. Palla sotto la barriera, che inganna i già discutibili riflessi di Berisha, e Atalanta costretta a un inseguimento che nella ripresa si fa più confuso ma non meno intenso. Gasperini lo organizza con un 3-4-1-2 più "puro", già con Kurtic e tanto più con Ilicic.