rassegna stampa

Lucescu: “Shakhtar-Roma sfida equilibratissima. Si decide tutto a centrocampo”

Parla il c.t. della Turchia, ex tecnico degli ucraini: "Tecnica brasiliana contro muscoli romani. Sono sempre stato convinto di Under, per emergere ha superato una pressione incredibile"

Redazione

Domani a Kharkiv per Mircea Lucescu sarà una specie di derby. Da un lato lo Shakhtar, dall’altro la Roma di Cengiz Ünder, stellina in rampa di lancio della sua Turchia. "Sfida equilibratissima. Se mi avesse chiesto un pronostico qualche settimana fa avrei dato favorito lo Shakhtar, ma ho visto che la Roma si è ripresa da quel brutto periodo", racconta sulle pagine de "La Gazzetta dello Sport". Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:

Gli ucraini come stanno?

Li avete già visti col Napoli, no? Un gruppo che gioca insieme da 4-5 anni, ha cambiato poco e sa come si giocano queste partite. Continuano a essere la miglior squadra dell’Est Europa insieme al Besiktas.

E la Roma le piace? L’ha vista?

Certo, gioca bene e i momenti delicati se li è messi alle spalle. Ha uomini di livello altissimo, in Italia forse solo Juve e Napoli hanno qualcosa in più, ma dopo di loro c’è la Roma, senza dubbio. Anzi, senza quella flessione oggi forse parleremmo di una squadra da scudetto.

Merito pure di Under: il suo boom ha sorpreso pure lei?

No, sono sempre stato convinto di lui. Da tempo mi sento con Di Francesco, mi ha sempre detto che ci conta molto, ora e per il futuro. Pensate a quanto può essere stato difficile per lui: arrivi a 20 anni dalla Turchia e davanti hai il problema della lingua, un rapporto da creare coi compagni e il paragone con Salah che di fatto è arrivato a sostituire. Per emergere ha superato una pressione incredibile.

Guardiamo lo scacchiere della sfida: dove si decide?

A centrocampo. Lo Shakhtar è rapido, superiore nel controllo degli spazi e nel possesso palla, la Roma dalla sua ha esperienza e una forza fisica nettamente superiore. Tecnica brasiliana o muscoli romani? Lì si decide.

A Roma quest’anno hanno avuto un po’ di problemi extracampo… Lei che di giocatori difficili ne ha avuti tanti, come si gestiscono?

Con un ragazzo è semplice. Coi big l’unica via è il dialogo: far capire loro quanto l’esempio che danno è importante. E sono problemi anche della società: perché alla Juve o in altri club certe cose non succedono? Le responsabilità di comportamento sono importanti come quelle in campo, se vengono meno anche i risultati sono intermittenti. Ma nel gestire la vicenda Nainggolan Di Francesco ha fatto bene: ha rischiato un risultato, ma ha dato un esempio.