rassegna stampa

La Roma sbatte contro Sorrentino. Il Chievo si salva

Il portiere 38enne è il migliore in campo e l'esame di maturità diventa la domenica del rimpianto

Redazione

Non si può accusare la Roma di pigrizia natalizia o da partita di mezzogiorno, ma proprio per l’introduzione di sabato, con due punti recuperabili a Juve e Inter, e il pomeriggio con il pari del Napoli, questa era una partita da vincere. La Roma non riesce invece a sbattere il pugno sul tavolo del campionato, galleggia ancora dietro le prime, senza quella maturità da sorpasso che invece ha caratterizzato il percorso in Champions.

Come riporta l'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", il portiere avversario è il migliore: Stefano Sorrentino, mamma romanista in tribuna, addirittura provoca un boato anche nel placido pubblico di casa quando respinge di piede, mentre con il corpo vola dall’altra parte, un tiraccio di Schick deviato. Una specie di colpo dello scorpione però orizzontale. In altre occasioni la Roma invece ha favorito l’imbattibilità del 38enne Sorrentino con conclusioni sghembe, alte, da imprecazioni. La banda di Di Francesco non ha però cattiveria sotto porta per debellare la buona organizzazione del Chievo. E il tecnico non la recupera neanche cambiando l’attacco: nessuno batte Sorrentino.

È il 2° pari consecutivo dopo 12 vittorie nelle trasferte di campionato: la Roma si conferma miglior difesa del torneo (con Inter e Napoli) ma lascia alcuni interrogativi sugli uomini nuovi. Gonalons, da vice De Rossi, non è ancora un regista-leader che fa girare la squadra; Schick, presente in tre chance, resta però troppo fuori dal gioco. Ha la giustificazione della prima volta dall’inizio, però Dzeko, che pure ha due errori sulla coscienza, mostra più presenza nei pressi del portiere. Gerson è la delusione. La Roma, con il 2-3-2-3 in possesso, sale quasi sempre a sinistra, con Kolarov sovrano per suggerimenti e conclusioni. Ma il serbo resta solo, e quello che doveva essere l’esame di maturità diventa la domenica del rimpianto.

(P. Archetti)