rassegna stampa

Giovane o big: l’equivoco che stritola Schick

Considerato un top player, per il tecnico deve crescere. Adesso è in un tunnel senza uscita

Redazione

La situazione di Patrik Schick sembra ormai essersi cristallizzata, e non si capisce cosa mai potrebbe cambiarla da qui alla fine della stagione, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". La Roma non è un gruppo di lavoro alla ricerca disperata di soluzioni: Di Francesco ha brillantemente superato il periodo negativo, ora la squadra vola, la marcia da sette partite a questa parte è da scudetto – solo la Juve ha fatto meglio, un punto in più – e la Champions regala l’adrenalina di una sfida al Barcellona. Come pensare che Schick possa in primavera ribaltare una gerarchia che ora lo vede in fondo che più in fondo non si può?

Dice Di Francesco in maniera tremendamente cruda che "io devo pensare ad allenare la Roma, non i giocatori. Arriva dalla Samp, sta lavorando per rendersi importante, ma non posso ragionare individualmente per far contento qualcuno". Di là c’è la voce della società, che ha investito 42 milioni di euro e per bocca dell’a.d. Umberto Gandini ribadisce: "Noi ci puntiamo tantissimo, per il presente e per il futuro". Eccolo qui, il grande equivoco. Di Francesco ha sempre considerato Schick un prospetto da crescere, la società l’ha sempre ritenuto in grado di incidere fin da subito, i tifosi poi l’hanno accolto come un campione. La verità è che l’esperimento da esterno destro nel tridente è fallito. Schick è la semplice riserva di uno Dzeko intoccabile. E se sia più corretto leggerne il rendimento con le poche opportunità avute o attraverso la scarsa capacità di convincere l’allenatore è come decidere se sia nato prima l’uovo o la gallina. Solo 5 partite da titolare in campionato (6 stagionali), zero minuti in Champions, 636’ complessivi. Un anno fa di gare dall’inizio con la Samp ne mise insieme 15, per 1653’ totali. Se processo di crescita doveva essere, processo di crescita non è stato. E in prospettiva futura sarà necessario fare ragionamenti profondi.