rassegna stampa

“Stadio a rischio inagibilità”. Il progetto finisce in Procura

La denuncia parla anche di "un abuso enorme" che avrebbe commesso il Campidoglio nel concedere quasi 600mila cubature ai privati per la realizzazione del Business park

Redazione

C'è una denuncia dei Radicali con diffida al Comune spedita per conoscenza alla Procura di Roma, alla Corte dei Conti e all'Autorità nazionale Anticorruzion che presenta alcuni punti centrali come: uno stadio "a rischio inagibilità", con infrastrutture ampiamente insufficienti in una zona a rischio inondazione "impossibile da evacuare in tempi rapidi", e che genererebbe un "futuro enorme danno erariale" per il Campidoglio, tale da "mettere a rischio i futuri bilanci comunali", come riportano Lorenzo De Cicco e Valentina Errante su Il Messaggero.

Le infrastrutture di trasporto pubblico - per cui i privati spenderanno appena 98 milioni di euro, «cifra irrisoria per le opere di mobilità» - secondo la denuncia non possono reggere l'impatto di 55mila passeggeri l'ora previsto con l'apertura dello stadio. Il progetto in teoria prevede di dividere la domanda al 50% sulle ferrovie e al 50% su gomma. Ma si tratterebbe di una «finzione», che la diffida spiega con numeri dettagliati.

Anche la rete stradale sarebbe inadeguata. Considerando che una corsia autostradale smaltisce, al massimo 1.200 vetture l'ora, ipotizzando che in ogni auto ci siano 4 passeggeri, per far affluire 27.500 spettatori a Tor di Valle «ci vorrebbero almeno 3 ore», calcola l'esposto. Il tutto in un'area oggi ad alto rischio idrogeologico, in cui «in caso di emergenza non esiste la possibilità di far evacuare rapidamente gli spettatori». Non ci sono garanzie poi sulla realizzazione del Ponte dei Congressi, progetto separato dallo stadio e finanziato dal Cipe. Ecco perché, secondo la diffida, «lo stadio non sarà agibile».

La denuncia parla anche di "un abuso enorme" che avrebbe commesso il Campidoglio nel concedere quasi 600mila cubature ai privati per la realizzazione del Business park, il cosiddetto «Ecomostro» di negozi e uffici. Per Tor di Valle i privati avrebbero ricevuto metri cubi «senza una preventiva stima trasparente del valore delle volumetrie» e «procedure di confronto competitivo».

In generale, secondo la diffida, quella di Tor di Valle è un'operazione in cui «il costo pubblico, al cospetto del costo privato e dei relativi benefici, è del tutto sproporzionato».

Sulla vicenda stadio anche Consob aveva chiesto chiarimenti e si era rivolta a Unicredit per stabilire se il taglio delle cubature, necessario per il via libera finale del M5S, avrebbe influenzato la solvibilità finanziaria del costruttore Luca Parnasi rispetto all'istituto di credito, appena uscito da un sostanzioso aumento di capitale.