rassegna stampa

Roma, viola a nervi tesi

Spalletti perde la calma, non ne può più e così si ritorna indietro di qualche mese. Con accusa urbi et orbi, stavolta. «Usate Totti per spaccare la Roma»

Redazione

La Roma che va a Firenze è nervosa, forse troppo. Luciano Spalletti in conferenza stampa sbotta e il motivo ufficiale è la solita domanda su Totti, se ha o meno la possibilità di giocare titolare. Quesito ripetitivo forse, ma lecito. Così come del resto quello su Alisson e Szczesny. Lucio perde la calma, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, non ne può più e così si ritorna indietro di qualche mese. Con accusa urbi et orbi, stavolta. «Usate Totti per spaccare la Roma». Troppo.

Nel dire che i buoni risultati della squadra, specie quelli della passata stagione (girone di ritorno con Spalletti in panchina), non sono arrivati solo per merito di Totti, ha ragione, perché si vince in tutti, si perde in tutti, sosteneva Capello. Ma ribaltare la questione, tornando a ipotizzare come Totti diventi paradossalmente un problema, questo è sbagliato.

Prediamola come una provocazione, così come questa che, sempre Lucio, ha lanciato e, guarda caso, sempre legata al nome di Francesco, magari stavolta lanciando un messaggio al club. «Non solo non ho cambiato idea, aggiungo pure che se l'anno prossimo non ci sarà Totti non sarò l'allenatore della Roma».

Il messaggio non è interpretabile, perché può voler dire tutto o niente. I fatti certi sono che sia lui sia Totti vanno a scadenza di contratto e di sicuro il rischio che nessuno dei due sarà nella Roma, ad oggi c'è. Magari per motivi diversi. C'è solo da ricordare, in mezzo a tutto questo fiume di messaggi più o meno criptici, che nell'annuncio del rinnovo del capitano da parte della società vi era scritto ultima stagione con la Roma. Ultima. Quindi quando Spalletti dice voi «volete farlo smettere, non io», quel voi è (anche) la società. Che poi elogia. «A voi (riecco il voi, ndr) non sta bene niente: il dg non va bene, quelli che lavorano nella Roma non vanno bene... Pallotta si è dato da fare, ha investito».

Spalletti torna a parlare dell'ambiente romano, quello brutto e cattivo ma che a lui piace. Perché qui, disse, è l'ideale per lavorare bene. Chissà se la pensa allo stesso modo?