rassegna stampa

Roma, consigliera sospesa dopo le critiche allo stadio: Grancio porta M5S in tribunale

L'ormai ex pentastellata ha depositato il ricorso per chiedere l'annullamento del provvedimento che hanno emesso nei suoi confronti i probiviri del Movimento di Grillo, dopo le critiche sull'operazione stadio a Tor di Valle

Redazione

La sospensione della consigliera comunale del M5S Cristina Grancio finisce in tribunale. L'ormai ex pentastellata ha depositato il ricorso per chiedere l'annullamento del provvedimento che hanno emesso nei suoi confronti i probiviri del M5S, dopo le critiche sull'operazione stadio della Roma a Tor di Valle. Dunque, tutto finisce a carte bollate e in maniera violenta, come scrive Canettieri su Il Messaggero.

E soprattutto arriva in un momento delicato: con la sindaca Virginia Raggi alle prese con le intercettazioni e soprattutto il possibile rinvio a giudizio per falso e abuso d'ufficio, l'addio annunciato dell'assessore Massimo Colomban e una serie di contrasti interni alla maggioranza pentastellata. Il caso Grancio finora ha tirato dentro, seppur in maniera diversa, altre due consigliere M5S: Monica Montella e Gemma Guerrini.

Nella comunicazione dei probiviri che le è arrivata si richiama a una precedente nota del blog che la consigliera dice di non aver mai ricevuto. Questo caso romano può avere un effetto ancora più deflagrante perché qui nella Capitale gli attuali consiglieri (a partire dalla sindaca Virginia Raggi) firmarono al momento della candidatura un contratto (che prevede tra le altre cose una multa di 150mila euro in caso di danni d'immagine al Movimento).

In generale, tutti temi che l'avvocato Borrè conosce a menadito per averli trattati in questi mesi, su e giù per l'Italia, decine di volte. Con la differenza che l'unicità del caso Roma potrebbe riaprire anche la vicenda del contratto, già considerato legittimo dal tribunale che però non entrò nel merito perché il ricorso non era stato presentato da chi lo aveva sottoscritto (ma un avvocato vicino al Pd). Questa volta non è così. Per Raggi e Beppe Grillo si apre dunque un altro fronte interno, come se non bastassero quelli già in piedi.