rassegna stampa

Le nuove chiacchiere da VAR

Bisogna partire dal presupposto che questo non può essere uno strumento perfetto che annulla tutti gli errori all'improvviso, ma permette di ridurne al minimo la percentuale

Redazione

Contenti, scontenti, gente che inneggia alla rivoluzione e chi invece non sveste i panni dell'irriducibile polemica. Bisogna partire dal presupposto che la VAR non può essere uno strumento perfetto che annulla tutti gli errori all'improvviso. Secondo quanto riporta l'edizione odierna de "Il Messaggero", i dubbi restano perché ora con i video a bordocampo ogni errore viene rimarcato due volte: ha sbagliato e soprattutto perché non ha rivisto l'azione? Il rischio è che i contatti con la Var diventino così frequenti da produrre una squadra arbitrale senza personalità. Staremo a vedere.

L'arbitro, nell'era ante-Var, la prima cosa che faceva tornando nello spogliatoio a fine primo tempo era prendere il telefono e chiamare per sapere gli errori commessi. E il peso dello sbaglio poteva rovinare, o peggio, indirizzare il secondo tempo. Ora invece ha la tranquillità di poter avere l'aiuto dall'alto e di ridurre al minimo la percentuale di errore. Niente più rischio compensazione e maggiore serenità per il direttore di gara. L'altro grande tasto su cui si è battuto molto è quello del tempo perso. Adesso tutto si risolve nel rettangolo verde. Senza più dover sprecare altre ore a vedere e rivedere l'episodio dopo la partita. E spesso senza comunque venirne a capo. La frustrazione massima del dopo gara.

(E. Bernardini)