rassegna stampa

Falcao spinge Totti nella storia: «Carriera da Pallone d’Oro»

Il Divino: "Francesco può dare ancora qualcosa di importante come ha fatto ad esempio domenica scorsa con l'Udinese"

Redazione

«Totti è un giocatore straordinario. Avrebbe meritato un Pallone d'Oro per quello che ha fatto in carriera» dice Paulo Roberto Falcao, premiato ieri a Firenze con l'ingresso nella Hall of Fame del calcio italiano.

Con lui una parata di stelle, a cominciare da Diego Maradona, seduto al fianco di un pezzo di Spagna '82: Tardelli, Rossi, Antognoni, Bergomi e Oriali. Quindi Paolo Maldini, Claudio Ranieri, Gianni Rivera, il ct azzurro Ventura. Padroni di casa il sindaco Nardella e il presidente Figc Tavecchio.

Falcao, come scrive Mario Tenerani su Il Messaggero, ha spinto ancora più in là Totti: «Francesco può dare ancora qualcosa di importante come ha fatto ad esempio domenica scorsa con l'Udinese. Anche se non può giocare tutta la partita, può fare comunque la differenza e Luciano Spalletti, con grande intelligenza, sta gestendo benissimo questi momenti. Il contratto? Credo sia Totti a dover decidere se continuare o no». In ballo c'è anche il rinnovo di Spalletti: «Luciano mi piace, è un allenatore molto preparato, lo ha già dimostrato. Poi sarà la società a decidere».

Falcao ha parlato anche della rincorsa della Roma e del tonfo bianconero a Firenze: «Il campionato è aperto non ci sono dubbi, anche se le cose non sono cambiate dagli anni Ottanta, è sempre la Juve la squadra da battere. Ma la Roma ha un grande pregio: vince anche quando non gioca bene, un dettaglio importantissimo. Del resto da tanto tempo la Roma è lassù in classifica, significa che è stato fatto un buon lavoro. Il problema è che la Juve batterà il Crotone e tornerà a più 4 sui giallorossi. I bianconeri restano i favoriti. Ma non vorrei dimenticare Napoli, Milan e Lazio». Il cordone ombelicale con la città eterna è di acciaio: «Per me ci sono due capitali nel mondo: Porto Alegre e Roma». Un bacio al cielo per ricordare il Barone di fronte a suo figlio: «Liedholm mi ha dato veramente tanto, insegnandomi tutto in campo e fuori. Sì, gli devo molto».