rassegna stampa roma

Stadio della Roma, blitz M5S sul voto e incubo vincolo

L’obiettivo del Movimento è evitare il terzo giorno in aula e arrivare all’approvazione della delibera sulla pubblica utilità dell'impianto già oggi

Redazione

La discussione in aula Giulio Cesare è iniziata ieri pomeriggio e terminerà mercoledì. Con un’unica certezza: sullo stadio della Roma pioveranno decine di ricorsi. Il primo è quello che Italia Nostra è pronta a presentare sul vincolo architettonico e paesaggistico sull’Ippodromo di Julio Lafuente: se domani, al termine della commissione regionale dei soprintendenti, la tutela non verrà rinnovata, scatterà il ricorso al Tar. Sono poi attesi gli esposti del Pd del municipio IX.

Ieri, in assemblea capitolina, i lavori sono partiti alla presenza di Cristina Grancio, consigliera M5S sospesa con una lettera inviata direttamente da Milano, dalla Casaleggio Associati e dal collegio dei probiviri pentastellati, per le posizioni assunte nei confronti del progetto sia nelle riunioni interne che nelle ultime sedute della commissione urbanistica, sottolineano D'Albergo e Vitale su "Repubblica".

È tutto made in De Vito, invece, il blitz di ieri sera. Con le opposizioni assenti, la maggioranza M5S ha presentato istanza di protrazione della seduta fino alla mezzanotte al presidente dell’Assemblea capitolina. Una forzatura per dichiarare conclusa anzitempo la discussione generale e passare direttamente al vaglio degli ordini del giorno e degli emendamenti. L’obiettivo del Movimento — che alla fine ha comunque concesso il rompete le righe alle 21 — è evitare il terzo giorno in aula e arrivare all’approvazione della delibera sulla pubblica utilità dello stadio della Roma già oggi.

Il M5S  ora si aspetta che il gruppo capitolino sia davvero compatto: al netto del caso Grancio, ieri si è fatta notare l’assenza di Gemma Guerrini e Monica Montella. Entrambe critiche sullo stadio della Roma, sono attese oggi in aula Giulio Cesare. Una loro nuova assenza, nel clima di tensione creato dalla sospensione della collega, potrebbe alimentare una volta di più i sospetti degli altri consiglieri a cui non è sfuggita la ritirata tattica di ieri: «Almeno lo hanno fatto in silenzio, non come la Grancio».