rassegna stampa roma

I tecnici e le esigenze tv, non c’è mai l’ora giusta per giocare a calcio

Da Sarri a Simone Inzaghi: "Giocare alle 12.30 non ci piace"

Redazione

"A me fa schifo giocare a mezzogiorno", disse un mesetto fa Maurizio Sarri, a cui ieri s’è in qualche modo accodato Simone Inzaghi: "L’orario del derby non mi piace assolutamente" ha osservato l’allenatore della Lazio pensando alla partita del 30 aprile contro la Roma. Ore 12.20: "L’avranno deciso le televisioni per farlo vedere in qualche altro Paese, ma abbiamo visto che intensità, che atmosfera e cornice di pubblico ci siano state di sera in Coppa Italia", come scrive Gamba su La Repubblica.

Le dirette all’ora di pranzo piacciono alle famiglie a casa e ai tifosi asiatici, che se le ritrovano in prima serata, ma non agli allenatori e nemmeno ai giocatori, costretti a rivedere le loro abitudini e, di questa stagione, anche a battibeccare con il caldo che comincia a interferire. Se potessero, gli allenatori metterebbero sempre le partite nel tardo pomeriggio, tra le cinque e le sei: l’attesa passa più in fretta, i ritmi consueti (la sveglia, il pranzo, la colazione, la cena, il momento della nanna) vengono rispettati, in genere non c’è mai né troppo caldo né troppo freddo e in buona parte dell’anno si gioca sotto i riflettori, cosa che ha sempre il suo fascino. Ma è un orario che non piace per niente alle televisioni, che difatti alle 18 ficcano per lo più l’anticipo di un match di scarsa attrattiva. Quella delle 15 è invece soprattutto una questione d’adattamento, in particolare nel periodo dei primi caldi.