rassegna stampa roma

I 55 secondi della notte in cui svanì un’illusione

L’emozione era cominciata quando Vautrot fischiò la fine di Roma–Dundee nel caldo pomeriggio del 25 aprile

Redazione

Corse voce che quella partita non si fosse mai giocata , scrive Enrico Sisti su La Repubblica. O che la Roma l'avesse vinta, almeno per 55 secondi, il tempo in cui la Roma stette davanti al Liverpool durante i rigori in quella serata immaginaria. L’emozione era cominciata quando Vautrot fischiò la fine di Roma–Dundee nel caldo pomeriggio del 25 aprile. Non sapevamo ancora che la Roma si sarebbe trovata di fronte il Liverpool, che avrebbe giocato più tardi con la Dinamo Bucarest. Ma a chi importava? Di notte a comprare i biglietti. Si fece la fila come negli anni ’60 per iscrivere i figli a scuola. Ci si accampava.

Lo stadio era pieno di ragazzi, anzi fu quello il momento in cui ai cappelli degli adulti che popolavano gli stadi italiani degli anni ’50 si sovrappose un’altra generazione con la sua estetica dirompente, appena uscita dagli anni di piombo vissuti a scuola fra Moro, Marx, scioperi, picchetti fascisti, Kant, Montale e Pasolini.

Per strada qualcuno voleva fare “il culo” ai bancarellari che avevano già messo in vendita la bandiera giallorossa con la coppa stampata. Altri convinti che il destino fosse già scritto (e stampato) l’acquistavano senza fare troppi scongiuri.  Quella finale nacque fra gli increduli e morì fra gli increduli.  Noi entrammo allo stadio alle 13. Per due ore, a giochi fatti, vi rimanemmo dentro, prigionieri del sogno e di noi stessi.