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Brexit, Gb fuori da Ue: in Premier si complica tutto

Lo sport britannico dovrà fare i conti con le conseguenze della Brexit anche se, al momento, si possono solo formulare ipotesi sui futuri accordi che verranno stipulati

Redazione

La vittoria del "Leave" e la conseguente uscita dall'UE del Regno Unito cambierà il panorama economico europeo e anche il mercato dei calciatori per quanto riguarda, ad esempio, la Premier League. La Gazzetta dello Sport prova a fare chiarezza, con la dovuta cautela, sui cambiamenti che coinvolgeranno il mondo del calcio.

"L'uscita dall'Europa del Regno Unito provocherà dei cambiamenti che però avverranno gradualmente in quanto gli accordi commerciali e i principi attualmente in vigore non decadono in una notte e per assistere al completamento del distacco potrebbe volerci addirittura un decennio. Tuttavia il mondo dello sport britannico avrà delle ripercussioni negative dalla Brexit e a testimoniarlo ci sono le dichiarazioni dell'amministratore delegato della Premier League, Richard Scudamore, che a pochi giorni dal voto aveva espresso le sue preoccupazioni sulla possibile uscita dall'Europa dello UK, non confutate dal crollo odierno della sterlina.

"La reazione dei mercati è fisiologica data l'incertezza sui futuri accordi commerciali che il Regno Unito dovrà negoziare ma tradotta a livello calcistico per i club inglesi potrebbe significare un aumento secco del 20% sul prezzo dei calciatori UE che per il resto del vecchio Continente rimarrebbe lo stesso. Un'ulteriore modifica dello stato attuale delle cose colpirebbe le rose dei club, che potrebbero non beneficiare del principio della libera circolazione dei lavoratori con passaporto europeo e si vedrebbero costrette a richiedere il permesso di lavoro per tutti i loro tesserati, sulla base delle norme attualmente in vigore per gli extracomunitari che sono legate ad una determinata percentuale di apparizioni internazionali e quindi di per loro meno permissive. Per esempio, giocatori come Kante e Payet o al tempo Henry e Cristiano Ronaldo non avrebbero ottenuto il permesso di lavoro. Quello descritto rappresenta lo scenario peggiore mentre nella migliore delle ipotesi si potrebbe concretizzare il mantenimento dello status quo (per quanto concerne la libera circolazione dei lavoratori) ma il futuro, per il momento, resta un'incognita.

La ripercussione più pesante della Brexit riguarderà l'Articolo 19 della Fifa, che vieta i trasferimenti internazionali di giocatori di età inferiore ai 18 anni e che però non si applica per quei giocatori fra i 16 e i 18 anni che vengono trasferiti all'interno dell'Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo (SEE). Ciò vuol dire che i top team inglesi non potranno più tesserare giovani talenti di altre nazioni come Fabregas o Pogba come hanno sempre fatto. Gli ottimisti, però, vedono queste future limitazioni come la possibilità di rilanciare ad alti livelli i giovani talenti locali.

(S. Marchetti)