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Un conto aperto da 34 anni e l’ex Salah: ecco il Liverpool di Klopp

L’egiziano torna a Roma dopo la cessione in estate. I Reds quest’anno hanno perso solo una volta ad Anfield e ai quarti hanno mandato a casa il City miliardario di Guardiola

Luca Benincasa Stagni

Il sorteggio di Nyon è sulla carta il più favorevole che potesse capitare. Ma, forse anche per questo, il più insidioso. A frapporsi tra la Roma e la finale di Kiev c’è il Liverpool di Jurgen Klopp e dell’ex Momo Salah, il giocatore più devastante dell’anno. I Reds in campionato sono in lotta per il secondo posto insieme con il Manchester United e il Tottenham. Il risultato migliore possibile, visto il percorso in Premier del City di Guardiola. Eppure in Champions gli uomini di Klopp si sono dimostrati nettamente superiori ai Citizens, battendoli sia ad Anfield che nel ritorno all’Etihad. E proprio lo storico impianto quest’anno si è dimostrato un fortino inespugnabile. Solo una squadra è uscita vincitrice dalla tana dei Reds: il West Bromwich in FA Cup. Il Liverpool, poi, è l’unica squadra rimasta ancora imbattuta in Champions. Salah e compagni hanno infatti raccolto finora 4 pareggi e 6 vittorie, segnando la bellezza di 33 gol in 10 partite e subendone solo 7.

ATTACCO STELLARE – E non è un caso che le stelle della squadra siano i tre attaccanti titolari. Salah, Mané e Firmino formano un trio da 79 gol in stagione (tutta la Roma ne ha segnati 63) e l’egiziano è in corsa per la scarpa d’Oro. L’ex giallorosso sta vivendo un’annata incredibile, con 39 gol e 13 assist all’attivo in 44 presenze. La difesa, invece, non è certo delle più imperforabili, come dimostrano i 35 gol subiti in Premier dai Reds, che ne hanno ostacolato la scalata al successo. Non è un caso che il club inglese abbia sondato il terreno per Alisson negli scorsi mesi. Mignolet nel corso della stagione  non si è dimostrato affidabile e così Klopp sta preferendo il classe ’93 Karius al suo posto. A centrocampo domina l’esperienza, con Henderson e Milner pronti a servire gli assist vincenti ai propri attaccanti. Nota di merito anche per Oxlade-Chamberlain, autore di un gol da fantascienza all’andata dei quarti contro il City. Il credo di Klopp? Il 4-3-3, anche se in stagione il tedesco ha utilizzato a volte il 4-2-3-1 e il 4-4-2.

I PRECEDENTI – Tra Roma e Liverpool c’è un conto in sospeso da 34 anni. Tanto è passato da quell’amara notte del 30 maggio 1984, quando Graziani sparò alto il rigore decisivo in finale di Coppa Campioni davanti ad un Olimpico con 70mila spettatori. Dopo quella delusione, la più grande della storia romanista, le due squadre si sono affrontare altre 4 volte. Sono due i successi dei Reds, uno della Roma e un pareggio. In più, per i giallorossi si trattò di una vittoria inutile. Era il 22 febbraio 2001, ottavi di Coppa Uefa: Tommasi e compagni ad Anfield dovevano ribaltare lo 0-2 dell’Olimpico, ma non riuscirono ad andare oltre lo 0-1 in una partita dalle mille polemiche. Dopo il penalty parato da Antonioli a Owen ed il gol di Guigou, infatti, l’arbitro aveva prima concesso e poi incredibilmente revocato un rigore a Montella.Di Francesco quella sera era in panchina. Anche lui, come tutti i romanisti, ha un conto aperto con i Reds da anni.