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Stadio della Roma, comitato ‘Difendiamo Tor di Valle dal cemento’: “Comune non rischia causa milionaria”

Il comitato non favorevole allo stadio ha scritto in un comunicato le motivazioni secondo cui il Comune non sarebbe passibile di denuncia da parte dei proponenti

Redazione

Sul sito del comitato 'Difendiamo Tor di Valle dal cemento' è apparso un comunicato in risposta alla possibile causa cui il Comune andrebbe incontro se il progetto dovesse fallire. Di seguito il comunicato:

"Nessun risarcimento è dovuto per il fallimento del Business Park!

Nella rabbia per la possibile perdita di profitti milionari derivanti dalla progettata speculazione edilizia a Tor di Valle, i proponenti del Business Park minacciano ora la città di Roma di richieste di risarcimento milionarie. Ricordiamo che la delibera 132 del 2014 approvata dalla Giunta Marino,

che riconosce al proponente il cosiddetto “pubblico interesse”, al punto 9 della stessa, a pag. 12, riporta le testuali parole: “Il mancato rispetto delle su esposte condizioni necessarie, anche solo di una, comporterà la decadenza ex tunc del pubblico interesse qui dichiarato e dei presupposti per il rilascio degli atti di assenso di Roma Capitale e della Regione Lazio, risoluzione della convenzione, con conseguente caducazione dei titoli e assensi che dovessero essere stati medio tempore rilasciati”. Tra le “su esposte condizioni necessarie” c’è la realizzazione del tronchetto di metro B da Magliana a Tor di Valle, una delle opere più costose, a detta degli stessi proponenti, e che quindi “producono” per compensazione più metri cubi a loro favore. Ebbene, la stessa ATAC ha da tempo dichiarato che questo sfioccamento non è realizzabile: semplicemente, non c’è la distanza minima prevista dalla normativa tra il costruendo binario e le case del quartiere di Decima. Si tratta di una svista clamorosa da parte dei proponenti: con tutti i loro architetti e i loro rendering hollywoodiani, non sono stati capaci nemmeno di andare lì sul posto e prendere le misure con una fettuccia da muratore! Questo, da solo, mette la parola fine a ogni possibile contenzioso. Ma non vogliamo trascurare un altro dato essenziale: oltre alla non fattibilità tecnica, da subito sostenemmo che lo sfioccamento della metro B sarebbe stato comunque insensato: avrebbe significato togliere metà dei treni che vanno alle fermate Eur Palasport, Eur Fermi e Laurentina, raddoppiando i tempi di attesa degli utenti di quell’ampio settore e dei pendolari della via Cristoforo Colombo, della Pontina e della Laurentina. E anche su questo ATAC ci ha dato ragione. A Tor di Valle la ferrovia c’è già, è il trenino Roma-Lido, tratta che attende da troppo tempo di essere restaurata e adeguata. Ma il restauro e l’adeguamento della Roma-Lido è responsabilità della regione Lazio, mentre i proponenti avevano la necessità di “inventarsi” qualcosa da poter fare “a spese loro”, per trasformarla in metri cubi.

Roma, 24 febbraio 2017

Comitato Difendiamo Tor di Valle dal Cemento".