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Stadio Roma, Caudo: “Progetto rigoroso”, Kipar: “Vogliamo costruire un’isola verde attorno all’impianto” – FOTO

Alla Casa delle Città parte il ciclo di incontri dell’Osservatorio sullo Stadio di Tor di Valle, volto a presentare ai cittadini i progetti sull'area del nuovo impianto sportivo della Roma

Jacopo Aliprandi

Oggi alle 9.30 alla Casa delle Città parte un ciclo di incontri dell’Osservatorio sullo Stadio di Tor di Valle, volto a presentare ai cittadini i progetti sull'area del nuovo impianto sportivo della Roma.

Nel primo di questi eventi si parlerà soprattutto degli aspetti ambientali dell'opera, grazie all'architetto Andreas Kipar. Il paesaggista di fama internazionale racconterà il suo progetto del Nuovo parco fluviale di Tor di Valle. Oltre ad alcuni rappresentanti di Green Italia e Lend Lease, sono presenti all'incontro l’assessore alla Trasformazione urbana Giovanni Caudo, l’assessora al Patrimonio Alessandra Cattoi, Andrea Santoro, presidente del Municipio IX, Stefano Michelato, assessore all’Urbanistica del Municipio IX, Marzia Colonna, assessora ai Lavori pubblici del Municipio XI, l’Osservatorio cittadino di Tor di Valle, costituito da associazioni di cittadini dei due municipi.

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Ore 10.10 - Ora è il turno dell'architetto Andreas Kipar. Il paesaggista presenta il suo progetto del Nuovo parco fluviale di Tor di Valle: "Con questo progetto vorremmo trovare l’applicazione giusta di questo principio in grande scala. Un po’ come una libreria: quando uno ha tanti libri e non ha tanti scaffali fa fatica. Gli studenti oggi chiedono: ‘Cosa è più importante, la libreria, gli scaffali, o i libri?’ Io stupidamente dico sempre gli scaffali, se non li hai non sai nemmeno dove inserire le cose.

Roma ha un patrimonio naturalistico, in termini di biodiversità, da Capitale. È grande, è variegato, ha delle grandi potenzialità nelle aree protette. Ha una capacità nel lavoro sulla biodiversità dello sviluppo. Da dove iniziamo? Mettendo insieme i vari progetti, le diverse centralità. In questo progetto c’è una componente di verticalità. Più andiamo verso l’alto, più sentiamo il bisogno dell’orizzontale. Cosa sarebbe il verticale senza l’orizzontale? Più pensiamo di andare in alto, più dobbiamo pensare al suolo che ci accompagna, l’acqua, la vegetazione. È come l’organismo umano. Il corpo senza anima è come il suolo senza acqua. Le aree verdi sono paragonabili ai nostri vestiti. Ma ditemi voi cosa è più importante: il corpo, l’anima o i vestiti? Sono consequenziali. Senza la base non c’è neanche il vestito.

La Green Infrastracture (Nature Based System) deve essere monitorata. L’Italia è chiamata a presentare progetti su progetti, ma poi per realizzarli le risorse non ci sono. Questo tema della Green Infrastructure serve ad attivare il patrimonio naturale, a ridefinire quest’identità anche nelle periferie, a mettere insieme delle relazioni dove nessuno dei cittadini deve sentirsi escluso. Noi vediamo gli stadi di tutto il mondo, sono diventati ormai luoghi di frequentazione quotidiana. Sono i nuovi poli di attrazione, non solo durante le partite, offrono servizi durante tutta la settimana. Questi temi sono importanti perché ogni progetto paesaggistico dovrebbe mettere a regime la vocazione del territorio.

Vogliamo ‘costruire’ una grande GreenBlue Infrastructure intorno allo stadio, dal parco centrale fino al parco agricolo, per una grande isola verde che aiuti la città e i cittadini. Il progetto è enorme e complesso, ma sarà un’opera grandiosa. Il progetto mira ad aumentare il numero di ettari di verde pubblico. Ci saranno nel parco rurale 3,5 kilometri di nuovi percorsi, e pianteremo altri 6000 alberi per garantire un futuro al verde e farli diventare patrimoni vegetali.

Ci vuole tecnologia nel costruire stadi, città ma anche la natura. Il parco urbano sarà ‘rustico’, perché deve funzionare venti anni, e non deve essere spaccato dopo un anno. Noi questo non lo costruiamo solo per il domani, ma anche per il dopodomani. Tutto è migliorabile nella dialettica complessiva ma non pensate che il progetto paesaggistico fosse un progetto slegato dal resto. Questo è il passpartout nel quale si legano i singoli elementi. Il nostro progetto verde deve corrispondere all’esigenza di far sì che ogni giorno possano venire le scuole a studiare lungo il fiume, ma anche per migliorare lo stadio. Questo è il primo capitolo di una più ampia strategia che non vuole rimanere sulla carta ma deve essere propulsivo per tutto il grande disegno che stiamo delineando".

Ore 10.00 - Prende la parola anche il project manager di Eurnova, Simone Contasta: "Si crea un progetto che a Roma manca, necessario a portare la città al livello di altri progetti internazionali. Un miliardo e mezzo di investimenti privati. Sia Parnasi che Pallotta creeranno un progetto di qualità vera. Grandi progettisti giornalmente stanno continuando a migliorare il progetto, cosa che ci ha chiesto di fare l’amministrazione. Ci saranno 60 ettari di verde, divisi in vari progetti. 20 ettari di piazze e spazi pubblici: uno sviluppo privato ma che avrà spazi pubblici per i cittadini".

Ore 9.50 - Il primo a prendere la parola è l'assessore alla Trasformazione urbana, Giovanni Caudo: "La nostra maggiore aspirazione è quella di far conoscere il progetto ai cittadini. Non c'è nulla di peggio che basarsi sulle cose che circolano per sentito dire. Vogliamo mettere a disposizione uno strumento formale per far conoscere ai cittadini il progetto e l'iter, anche per migliorare lo stesso. Questo intervento è privato ma non per questo in contrappsizione all'amministrazione comunale. E' un progetto che non ha una valenza esclusivamente edilizia e sportiva. Io sono molto più interessato al resto che allo stadio. Tutto l'intervento sarà fatto con finanza privata. Ha senso per la città sfruttare questo progetto privato perché noi siamo in una città che vive di una base economica molto bassa. Siamo una città provinciale che ha investimenti immobiliare esteri bassi. Tra Roma e Milano c'è un rapporto di 1 a 5 perché non abbiamo interventi funzionali di inteesse per i privati. Interventi del genere porteranno nella capitale 700-800 milioni di euro. E' possibile avere un nuovo sviluppo della città grazie agli interventi come questo progetto e altri lavori come le torri dell'euro".

"Lo stadio ha senso - prosegue l'assessore - se si fa perché porta un grande investimento alla città. Quando un intervento porta 700-800 milioni alla città vedo in questa operazione un'operazione molto importante. Attenzione però a non entrare in questa dialettica nella città dove c’è uno strano connubio tra ambientalisti e cittadini che parlano di un’area negativa. Abbiamo esaminato con rigore il progetto, abbiamo rispettato i tempi e siamo andati in giunta. Poi è stato valutato il pubblico interesse fino ad aspettare il progetto definitivo che è stato presentato il 15 giugno. Abbiamo esaminato tutto con rigore. Io non ho mai visto un progetto studiato con questo rigorosità e in così poco tempo, però in un progetto così complesso ci sono delle cose che mancano. Se noi non prendiamo atto della crisi di Roma e non cerchiamo di ricostruire una base economica grazie ai privati che hanno un interesse per questa città, Roma rischia di essere meno vicina alle altre grandi capitali europee".