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Sabatini: il mago delle plusvalenze, ma ancora nessun trofeo

Un occhio al passato per pensare e riflettere sul presente e sul futuro

Marco Cantagalli

Chiamatelo Walter, il mago delle plusvalenze. Come valorizza i giocatori Sabatini, nessuno mai. Ma a trofei come siamo messi?

Il direttore sportivo giallorosso ci ha preso gusto, e sembra non volersi più fermare. Di vendere non riesce a farne a meno, e lo dimostra l'ultima cessione in ordine cronologico, quella di Gervinho ai cinesi dell'Heibi China Fortuna per 18 milioni di euro + 1 di bonus. L'ivoriano era sbarcato a Roma su richiesta di Rudi Garcia due anni e mezzo fà. Il dirigente giallorosso sborsò 8 milioni di euro + 1.75 di bonus all'Arsenal per accontentare il tecnico francese. Sinteticamente, nel giro di 18 mesi, ha fatto guadagnare al club capitolino 10 milioni di euro.

Ma andiamo con ordine. Prima della scorsa sessione estiva di mercato, il bilancio delle vendite di Sabatini recitava quasi 92 milioni di plusvalenze. Sul primo gradino di questo podio economico c'è Marquinhos. La cospicua differenza tra costo di acquisto e costo di vendita è stata di 27.470 milioni fruttati in seguito al suo trasferimento al PSG. In quella stessa estate la Roma salutò Lamela, Osvaldo e Bradley, gli altri tre giocatori che hanno portato ad una discreta plusvalenza: 15.284 il primo, 5.272 il secondo e 5.003 milioni il centrocampista americano. A fine sessione, il bilancio contava complessivamente 55.232 milioni di plusvalenze.

La stagione seguente invece ha visto lasciare Roma Benatia, un addio molto sentito quasi più di quello dell'estate precedente al giovane brasiliano centrale. Il marocchino è approdato in Bundesliga lasciando nella casse giallorosse un'eredità di 14.261 milioni di plusvalenza. Andò bene anche allo stesso giocatore dal punto di vista economico visto l'ingaggio, ma sul taccuino del ds è comparsa un'altra nota di merito. Forse non dai tifosi ma dai forzieri giallorossi sì. Altre plusvalenze di quella finestra estiva furono: Dodò (7.995), Jedvaj (2.417), Viviani (4.000), Bertolacci (3.000) e D'Alessandro (1.944) per un totale di 36.622 milioni.

Arriviamo al recente passato. L'estate 2015 ha regalato altri colpi in uscita danarosi. Romagnoli, Bertolacci e Mapou Yanga-Mbiwa. Il difensore centrale è passato al Milan per 25 milioni di euro e non solo: nel contratto la Roma ha anche inserito una clausola secondo cui, in caso di futura vendita dal costo al di sopra dei 25 milioni, "il Milan riconoscerà all’A.S. Roma un importo pari al 30% del valore eccedente i 25 milioni". Un colpo anche in prospettiva dunque, ma solo in termini monetari perchè i giallorossi hanno ceduto uno dei talenti migliori del calcio italiano. E sempre il club rossonero l'estate scorsa ha preso anche Bertolacci da Trigoria. Per lui sono stati sborsati 20 milioni, per un incasso complessivo di 45 milioni per i due giocatori cresciuti nel settore giovanile giallorosso. Passiamo a Mapou Yanga-Mbiwa: preso dal Newcastle a fronte di una cifra complessiva di 6,5 milioni di sterline (1 di prestito e 5,5 per i riscatto) e venduto dopo un anno al Lione per 8 milioni più 2 di bonus. Senza contare che il suo gol di testa nel derby di ritorno della scorsa stagione è valso il secondo posto e dunque l'accesso diretto in Champions. Sentimentalmente il tutto ha forse un valore inestimabile ma non questa è una voce dei bilanci.

Tanti giocatori, tanti colpi. Un via vai che non cessa dalle parti di Trigoria ed una squadra che, nei singoli, fa difficoltà a trovare compattezza di gruppo. La massima sintesi potrebbe essere: plusvalenze sì, stabilità no. E se da un lato le casse giallorosse possono dirsi soddisfatte dal lavoro di Sabatini, le bacheche di Trigoria non lo sono altrettanto. Calciomercato vivo, fitte trattative ma giocatori per la maggior parte di passaggio: "Non affezionatevi ai giocatori", disse appunto il diesse... E come dimenticare la frase di Sabatini su Sadiq dopo il suo primo gol in Serie A? "Comprato a mezzo milione ora ne vale almeno cinque". Come si può pensare in prospettiva, e in grande, se ogni finestra di mercato si cede alle offerte, seppur cospicue. Chiedendoci se questo è il modus operandi di Sabatini o se assolve a compiti che arrivano 'dall'alto' è un dato di fatto che la Roma costruisce e demolisce come inserita in un loop volto più a mantenere un discreto livello economico che sportivo. Altresì a volte si inserisce la complicità di un ambiente impaziente che non concede tempo a chi magari ne avrebbe bisogno prima di imporsi nelle forme e modi richiesti dalla tifoseria. Infine è difficile non pensare al presente con un occhio al passato; pensare per esempio ad una difesa giallorossa collaudata da tempo con un Marquinhos, adesso ancor più maturo, e magari accanto Benatia. Pensieri, ragionamenti, pura dialettica. Ma, e la Juve insegna, le cose migliori spesso vengono proprio dall'esperienza e da una crescita costante indossando per più di una stagione la stessa maglia.

Plusvalenze tante, trofei nessuno. Duro ma la realtà, nonchè la linea seguita negli ultimi anni di stagione a stelle e strisce. Un occhio al passato per pensare e riflettere sul presente e sul futuro.

(Ha collaborato Guendalina Galdi)