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Roma: Spalletti punta la Juve, i cinesi Gervinho. A Torino con la difesa a tre

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Ruediger ha recuperato e allo Stadium scenderà in campo al fianco di Manolas e De Rossi. Nel frattempo due emissari del Jiangsu Suning si sono presentati a Trigoria per discutere dell'ivoriano con Sabatini: 13 milioni l'offerta per portarlo a...

Valerio Valeri

Vi ricordate di Jambo, il tifoso cinese che si sobbarcò oltre 8mila chilometri di viaggio per arrivare a Trigoria e farsi un selfie con Francesco Totti? Fece sorridere tutti, per l’entusiasmo e l’amore che ebbe nei confronti del Capitano. Quattro mesi esatti dopo, due suoi connazionali hanno coperto più o meno la stessa distanza per arrivare nella Capitale da Nanjing (Nanchino), capoluogo della regione dello Jiangsu, terra dell’omonimo club che da qualche settimana sta occupando le cronache del calciomercato per le offerte faraoniche rivolte ad alcuni giocatori della serie A. Il nome di uno dei due – l’altra è probabilmente un’interprete – è mister Wang, come riferito da Sky Sport e risulterebbe molto vicino alla dirigenza del Jiangsu Suning.

GERVINHO, LA CINA E’ VICINA L’interesse per l’ivoriano, da parte del club allenato dall’ex stella romena Petrescu, è stato rinnovato di persona al ds Sabatini, oggi a colloquio con l’emissario cinese sulla terrazza di Trigoria, mentre poco più giù la Roma Primavera di Alberto De Rossi batteva il Napoli 2-0 con gol di Di Livio junior e Pellegrino. L’attaccante, che da quando Garcia ha lasciato il “Bernardini” si sta allenando a parte per un problema al ginocchio, ha la testa a migliaia di chilometri dall’Italia: 8 milioni l’anno per tre anni sono una bella cifra, di gran lunga superiore a quanto percepito attualmente dal 28enne ex Arsenal. La Roma inizialmente avrebbe chiesto 18 milioni per cederlo, ma sembra che la cifra sia scesa a 12,5 massimo 13. L’affare è più che possibile, ma il club giallorosso vuole garanzie chiare visto quanto accaduto con Luiz Adriano, andato e tornato da Nanchino in un battibaleno. Una cosa è certa: Spalletti non vuole allenare chi non può essere utile alla causa romanista, come ha fatto chiaramente intendere in conferenza stampa.

 

“VINCERE PER RISALIRE” A proposito di Spalletti, oggi il tecnico toscano si è presentato in sala stampa prima della rifinitura (Ruediger è recuperato, si va verso la difesa a 3 con Manolas e De Rossi) ed è sembrato sereno e determinato. “Se noi abbiamo l'idea di poter vincere, probabilmente ci possiamo riuscire, se abbiamo l'idea di non farcela sicuramente sarà così, non possiamo vincere”. Semplice e lineare: la Vecchia Signore è reduce da un filotto di 11 vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, ma soprattutto ha un ruolino di marcia impressionante tra le mura amiche, perché dal 2011 a oggi le vittorie bianconere sono state 88 con 244 gol segnati, una media di oltre 2 a partita e questo fa di Buffon & Co. il peggior avversario per la Roma in questo momento. E se il capitano juventino ha detto che “è il momento giusto per far fuori la Roma dalla corsa scudetto”, Spalletti non smentisce: “E’ vero, la pensiamo allo stesso modo: dobbiamo vincere per rientrare in corsa per obiettivi importanti”. Non parla di scudetto esplicitamente, perché parafrasando un De Rossi all’epoca di Zeman bis, chi ne parla non fa il bene della Roma. Ma per aggredire il terzo posto bisogna pensare ai tre punti.

DIFESA A TRE L’ha provata tutta la settimana, sia per necessità sia per trovare un assetto più consono a centrocampo: la difesa a tre è stata la protagonista della conferenza stampa odierna e lo sarà anche domani allo Stadium, dove la Roma giocherà a specchio con la Juventus che il 3-5-2 ce l’ha nel sangue da anni, avendoci costruito 4 scudetti e una finale di Champions. Castan si è autoescluso fino a ritorno di una condizione accettabile, Gyomber non è all’altezza di certe sfide e allora ecco che davanti a Szczesny ci saranno Ruediger (“ha già giocato a 3 con la nazionale, sta bene e gli ho chiesto di mettere più qualità nel possesso palla”), Manolas e De Rossi. Il centrocampista di Ostia viene arretrato, come spessissimo gli è successo negli ultimi anni da Luis Enrique in poi, lasciando spazio probabilmente a Vainqueur con Pjanic in mezzo al campo. Digne e Florenzi agiranno più alti e l’incognita rimane sul ruolo del trequartista: uno di sicuro sarà Nainggolan (“mi piace farlo, io lavoro per la squadra” ha detto ieri a Sky), ma Spalletti potrebbe aggiungere anche Salah per aumentare i palloni giocabili da mettere a disposizione di Dzeko. Il cui ultimo gol su azione in campionato è stato proprio contro la Juventus il 30 agosto.

EL SHAARAWY Sì, PEROTTI FORSE L’italo-egiziano con ogni probabilità lunedì sarà a Roma per le visite mediche e la firma: prestito oneroso a 2 milioni più 13 per il diritto di riscatto. Nessun obbligo legato alle presenze, come avrebbe preferito Galliani. Dopo essere stato scaricato dal Monaco, l’attaccante cercherà gloria in giallorosso per conquistarsi la convocazione in Francia. Perotti, invece, non si sa ancora che destino abbia. La Roma lo ha bloccato, qualcuno giurava che anche l’argentino si sarebbe presentato nella Capitale dopodomani ma Preziosi ieri ha smentito parzialmente (“domenica gioca con noi”) e adesso sembra che il suo approdo in giallorosso sia strettamente legato alle vicissitudini di Gervinho. Il che ha una logica, intanto legata ai numeri: attualmente la Roma ha 7 attaccanti in rosa (incluso El Shaarawy), con l’ex Boca e Siviglia il numero salirebbe a 8, senza considerare l’infortunato Ponce. Una bella folla di punte. E tenendo conto che il problema sta in difesa, la cosa lascia alquanto perplessi. “Qualcosa dietro faremo”, ha risposto Spalletti parlando di mercato. Servirebbero due centrali e un terzino destro, ma finora le porte sembrano tutte chiuse: Tonelli, Acerbi e Nacho Fernandez non dovrebbero muoversi da Empoli, Sassuolo e Real Madrid. Con Adriano (sinistro) che rimane un obiettivo concreto, sempre che il Barcellona si decida a mollarlo.