Forzaroma.info
I migliori video scelti dal nostro canale

news as roma

Spalletti: “La squadra ha messo radici forti. Nainggolan è tornato guerriero” – AUDIO – GALLERY – VIDEO

Il tecnico ha parlato dalla sala stampa di Trigoria, come di consueto, alla vigilia del match di domani sera: "Per Vermaelen siamo vicini alla soluzione. Paredes verificherà nel pomeriggio se è a disposizione"

Redazione

Ultimo sforzo per la Roma, prima della sosta per le nazionali. I giallorossi, dopo le due trasferte consecutive, ospiteranno all'Olimpico il Bologna di Donadoni. Come di consueto, alla vigilia del match, Luciano Spalletti è intervenuto dalla sala stampa di Trigoria per la conferenza stampa. Ecco le sue parole:

Se rammentiamo tutti gli infortunati ci impieghiamo una giornata. Nura lo sapete, si allena con la Primavera. Mario Rui dalla prossima settimana si allenerà con la Primavera, Totti prosegue il lavoro individuale, Florenzi la riabilitazione. Manolas svolgerà lavoro individuale e sarà in gruppo nella settimana di Bergamo. Emerson lavoro individuale, si spera di averlo a disposizione per Bergamo con il lavoro increscendo nella prossima settimana. Seck rientra in gruppo, così come Fazio ma va valutato nelle situazioni reali di allenamento, avere la risposta dalla percezione sua alle cose vere. Paredes oggi ha svolto controlli e sono negativi per complicazioni maggiori: trauma al ginocchio destro, proverà ad iniziarlo ad allenare e poi si vedrà. Ieri è stato fermo perché non c’era la certezza sulle sensazioni. Oggi prova: il suo è stato un trauma valgo, non una distorsione o uno stress distorsivo. Hanno fatto vedere le immagini dove lui va in questo contrasto e il ginocchio gli si apre un po’- Al momento per Vermaelen non c’è nessuna ipotesi chirurgica, lui non ha bisogno di nessun controllo di altri specialisti e non li ha fatti perché se ci fosse bisogno noi siamo aperti a chi può darci una mano. Aumenta la forza e il dolore rimane tollerabile di volta in volta, il problema come la pubalgia richiede tempo e la prognosi non è che si possa fare con certezza. Secondo noi siamo al punto dove sarà possibile riaverlo a disposizione in poche settimane, tra le due e le cinque, a seconda di come risponde di volta in volta. Siamo vicini alla soluzione perché le risposte sono positive.

La sua idea sul Bologna? Sembra una squadra che non rinuncia a fare il suo calcio anche quando affronta avversarie difficili…

Proprio così. L’ultima partita l’ha persa ma è stata fin da subito in inferiorità numerica contro una grande squadra, ma ha giocato una buona partita complessivamente. Donadoni è un allenatore che sa dare un taglio di professionalità, di serietà, di qualità proprio alle squadre che ha allenato. Una società forte il Bologna, sta addosso ai giocatori, impone quella che deve essere la cadenza e il ritmo della squadra che deve avere rispetto. Sarà una partita difficile come tutte le altre, ma noi pensiamo di poter usare questa crescita costante che c’è stata e di poterla confermare e di poter fare una buona prestazione nonostante qualche problemino che abbiamo.

Ruediger sta stupendo tutti per qualità e brillantezza tecnica da quando è tornato. Dal punto di vista atletico può giocare la terza partita in otto giorni o ci sono delle controindicazioni?

Secondo me questa è una cosa che è corretta da porre. Bisogna valutarla questa cosa, perché in un recupero di un giocatore che ha avuto un infortunio così importante fargli fare tre-quattro partite di fila a distanza di pochi giorni può avere dei rischi maggiori. Per cui bisogna sentire un po’ il ragazzo, valutarlo, essere coscienti di quello che si fa. Lui ha avuto un infortunio serio, noi cercheremo di fare attenzione.

Ha più chance di recuperare Fazio che Ruediger?

È inutile stare a nascondersi, penso che io se Fazio ce l’ho a disposizione probabilmente lo faccio giocare. Ma bisogna vedere perché poi si sente indurire poi la valutazione dei novanta minuti è una considerazione fondamentale da fare. ‘allenamento di oggi può dirci qualcosa in più perché molti di questi non si sono allenati. Quella che è la sensazione loro per noi è fondamentale dopo l’allenamento e nella mezz’ora di allenamento che facciamo perché poi oggi si fa un quarto d’ora in palestra, circa sette minuti di rapidità, venti minuti tra dentro e fuori tra tonificazione e rapidità, di messa in moto. Poi si fa mezz’ora di palla, quindi sono cinquanta minuti, un’ora per due situazioni chiacchierate dove i muscoli stanno fermi per cui non rischiano niente. Però in questi cinquanta minuti qualche risposta si ha.

Nelle partite all’Olimpico ci sono dati clamorosi: media di 3,4 gol a partita nelle cinque partita giocate in casa, 17 gol fatti solo 4 subiti. Come può essere spiegato?

Secondo me è un po’ casuale, ci è successo di vincere a volte una partita in casa con 4 gol dove abbiamo fatto fatica per ottanta minuti, poi riusciamo a trovare il gol che crea l’apertura o l’inversione tattica della squadra e in dieci minuti sistemiamo la partita o portiamo numeri importanti. Poi vedo altre partite fuori casa dove magari non abbiamo fatto risultato o abbiamo anche perso però vedo più equilibrio nell’andare a creare delle insidie o delle situazioni importanti da sfruttare. Più una cadenza corretta di creatività e di creazione. Per cui un po’ di casualità in quello che si è detto ora c’è, poi può darsi che casa nostra sia sempre una cosa che ci fa sentire più tranquilli e confortati. In generale vedo la squadra che è cresciuta, è tangibile e visibile. È cresciuta in alcuni elementi ma anche nelle radici, è più radicata a quello che è il nostro stemma, il nostro colore e il nostro colore. Si vede qualcosa di diverso, non lo dico a caso. Poi è chiaro che durante le partite noi andiamo ad evidenziare quella che è la fioritura perché un albero fa i fiori e in base a quelli si ammira la bellezza della pianta. Ma le radici sono forti e si vede, c’è appartenenza e il non volerci stare è evidente. Si è visto anche nell’ultima partita perché dopo aver preso gol siamo andati forti a tentare di rifarlo subito e ci è capitata un’altra situazione importante prima del gol di Edin. Si vede Dzeko che va a prendere la palla sull’1 a 1 per portarla a centrocampo perché vuole guadagnare tempo. Fallo laterale al 90’ si prende palla perché si vuole sfruttare velocemente quei tre minuti per vincere la partita, perché noi dovevamo farlo e non bleffavamo a dire quello che abbiamo detto. Quello che io dico è la sensazione che ho a parlare con i giocatori, non è solo il mio pensiero ma anche la loro volontà e loro volevano vincere e l’hanno mandato questo segnale sin da quando sono scesi in campo, nonostante gli altri siano passati in vantaggio con una bella giocata e con una situazione creata bene. Ci può stare, ma poi è la reazione che comanda.

[fncgallery id="522703"]

Il ct del Belgio non ha convocato Nainggolan dicendo che non è in forma e che deve ritrovare la condizione con la Roma. Nainggolan ha risposto che si sente deluso perché si sente in forma e con la Roma sta andando meglio. Come sta Nainggolan?

Secondo me ora è il Nainggolan che noi vogliamo, perché al di là del gol si è fatto trovare pronto a fare questo doppio ruolo che io gli chiedo sempre perché parte da trequartista, ma poi con la palla agli altri fa il mediano, cala a schiacciarsi sulla linea difensiva, attacca gli spazi, lotta, fa cominciare male l’azione degli avversari. Fa un po’ tutto. Ha passato un paio di partite, come penso sia fisiologico possa succedere in tutti i calciatori che si abbassi un po’ il livello del rendimento e la squadra ti può aiutare o può evidenziare il suo momento. Lui sta bene, è il guerriero che a noi piace. Ha fatto vedere la furia guerriera che lui possiede e che deve trasferire e che dobbiamo tutti prendere. In questo senso qui c’è sempre da portare qualcosa dentro noi stessi.

Alla luce della crescita e in base dell’emergenza, in questo momento la Roma è in grado di sostenere i quattro davanti?

Si, poi se come nell’ultima partita capita di sostituire qualcuno in difesa bisogna fare qualcosa di diverso alla logica e bisogna concedere qualcosa di forza e di qualità. Ma tutti quelli che giocano nella Roma, come Emerson che ha fatto vedere che non è quel giocatore di inizio stagione: è stato messo in condizione dalla squadra e lui è cresciuto, è un giocatore da Roma e non che si tieni qui per allenarsi. Lo si usa e dà un vantaggio come tutti gli altri giocatori. Per cui nell’ultima partita avevamo solo quattro difensori e De Rossi è dovuto scalare dietro, ma era sempre un reparto affidabile, perché sono giocatori che possono stare nella nostra rosa e noi non abbiamo problemi a fare il nostro gioco o dover creare le nostre qualità nonostante poi se si sposta troppo il baricentro si può perdere equilibrio. E’ una cosa che potremmo fare domani, perché abbiamo davanti una squadra forte e davanti manca Totti e non abbiamo moltissime sostituzioni davanti. Avere due giocatori che possono dare un’impennata a un pezzo di gara dove non viene fuori il risultato come a Empoli, nonostante avessimo creato situazioni, c’è da fare attenzione. Questo 4-2-3-1 è nato in funzione ai giocatori che abbiamo, anche se si vede che Stephan fa rientri importanti e mi fa piacere dirlo, Salah deve ugualmente fare oltre che quelle accelerazioni improvvise anche delle prese di posizioni che permettono agli altri di avere meno copertura di spazio per recuperare palla. Deve essere il primo come ha fatto a Napoli ad andare addosso forte a uno durante il contro-pressing. Questo permette agli altri di mirare in meno spazio il posto dove arriva la palla, o il mirare con più forza una zona dove si deve fare una chiusura preventiva. Fa tutto parte di un equilibrio.

Lei ha la sensazione che le squadre arrivino a giocare contro la Juventus poco motivate oppure la squadra è troppo forte?

Io non ho in mano delle situazioni dove possa andare a guardare cosa succede alla Juventus. Io ho il totale impegno attenzione alle nostre situazioni e noi non siamo aiutati da niente e da nessuno, vedi Empoli dove il nostro portiere ha parato tutto. È evidente che le partite per quanto riguarda la Roma sono tutte cariche di difficoltà e ho la sola risposta in questa direzione, perché non so della Juventus.

Il tiro da fuori area è una soluzione che forse si prova un po’ poco?

Noi abbiamo anche le qualità per fare questo, però la squadra funziona e le ha anche provate. A Paredes per ora non gli è andata bene, forse li è quello che ha più castagna di tutti, ha un tiro forte e ci ha provato da fuori. Si vede che non è tranquillo, si vede che lo ricerca troppo spesso e non riesce poi a far vedere tutta la qualità. De Rossi, Perotti ed Emerson hanno il tiro da fuori, Nainggolan anche ha un tiro potentissimo. E’ un po’ di casualità, ci abbiamo provato ma vedendo che la manovra funziona e fidandosi più di questa si anticipa meno la chiusura dell’azione e si va fino in fondo. Sono sempre i risultati che contano anche se è una soluzione da tenere presente, perché quando le difese si chiudono è un qualcosa che spacca e fa saltare il problema della troppa densità delle squadre avversarie davanti la porta.