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Ridateci Francesco Totti

Resta la gente con la sua maglia, resta il ricordo di quando, un anno fa, cantava dal palco "Questo piccolo grande amore". "Mi manca da morire", cantava Baglioni e Francesco con lui

Roberta Moli

C'è chi ce l'ha tatuato addosso. C'è chi ha una sua maglia, i pantaloncini, la fascia da capitano. Ci sono i bambini che rispondono un minuto sì e l'altro pure alla solita domanda: "Chi è il tuo calciatore preferito?" dicendo il suo nome e ci sono i RomaStore pieni di sue magliette. Francesco Totti a Pinzolo non c'è, se ne sta in giro per l'Europa a fare vacanze e selfie (da Mykonos a Londra, passando per Ibiza), e la sua assenza fa rumore. Fa rumore tra queste montagne calde di giorno e piene di pioggia di sera, fa rumore nonostante il silenzio delle mancate risate per le sue battute (pure il campanile, senza di lui, non disturba più come una volta), fa rumore nonostante il silenzio dei tifosi che assistono composti agli allenamenti.

Francesco Totti ha ragione: maledetto tempo. Il tempo che non lo ha portato qui, che non ce lo fa vedere mentre tira l'acqua ai compagni, mentre si diverte a tirare da metà campo, mentre manda in porta l'attaccante della Primavera che forse mai più riceverà un passaggio così. I giocatori si allenano con intensità, Di Francesco ce la mette tutta, Monchi catalizza l'attenzione, Florenzi prova a farsi voler bene e Gonalons ha un piede educato: istantanee di secondi e momenti che passano con la stessa rapidità con cui il sole lascia spazio alle nuvole. Alla fine resta poco: resta la gente con la sua maglia, resta il ricordo di quando, un anno fa, cantava dal palco "Questo piccolo grande amore". "Mi manca da morire", cantava Baglioni e Francesco con lui. Anche a noi manca da morire, e la stagione non è iniziata da neanche una settimana. Ci abitueremo, forse. Ma intanto ridatecelo. In qualche modo, in qualsiasi veste. Riempite questo silenzio. E smetterà di piovere.