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Premio Maestrelli, Baldissoni: “Cedere non è una malattia o una colpa, è un’attività fisiologica”

Il direttore generale giallorosso: "Quello che ha fatto la Roma è la dimostrazione che si possono battere anche squadre che stanno più avanti rispetto a noi"

Redazione

Mauro Baldissoni vince il premio Maurizio Maestrelli. Il direttore generale della Roma questa sera a Fiuggi ha ricevuto il riconoscimento che ogni hanno viene attribuito a diverse personalità del calcio per il loro comportamento dentro e fuori dal campo. Insieme a lui anche il tecnico della Samp Marco Giampaolo, l’attaccante del Bologna Simone Verdi, il ds dell’Inter Piero Ausilio, il centrocampista del Cagliari Nicolò Barella, il presidente della Lega di B Mauro Balata e il patron del Frosinone Maurizio Stirpe. Il dirigente giallorosso ha rilasciato alcune dichiarazioni:

Cosa resta di questa stagione?

Manca poco per raggiungere un obiettivo importante che consente di dar seguito a quello che abbiamo creato. Resta la consapevolezza, che è un po' quello che ci manca. Spesso si parla in modo troppo negativo del calcio italiano. Il proverbio dice che l’erba del vicino è sempre più verde. Forse è vero solo per l’erba, perché a livello di campi da gioco siamo indietro rispetto agli altri. Il calcio italiano non è da buttare, è stato seguito per tanti anni. Numeri alla mano, indiscutibilmente ha avuto un calo di interesse rispetto agli altri campionati, e di conseguenza anche i risultati sono venuti meno. Dall’89 al '99, considerando le finali europee, abbiamo avuto 19 finaliste su 40, con 9 squadre diverse. Nell’ultimo decennio invece abbiamo avuto soltanto 4 finali con 3 squadre diverse. Resta comunque la passione e la dedizione, dal calcio di base a quello professionistico, i segnali si vedono. Bisogna pensare che quello che facciamo è altrettanto valido rispetto a quello che fanno gli altri. A noi è riuscito con serate magiche, ci vuole però anche tanto impegno. Quello che ha fatto la Roma è la dimostrazione che si possono battere anche squadre che sono più avanti rispetto a noi, per quella che è la loro capacità economica ma anche culturale. Vi faccio i complimenti, perché grazie a queste iniziative sottolineiamo l'importanza delle infrastrutture, e in questa zona è stato investito molto. Sono questi gli ingredienti che consentono il progresso del movimento. Faccio i complimenti a Maurizio Stirpe, li merita tutti e simboleggia il lavoro di questa area. Le parole sono gratis, ma lui ha avuto il coraggio di credere in un investimento che costa denaro e sacrificio, questo che ci fa progredire. Grazie Maurizio, e grazie a Fuggi. Il calcio italiano può avere un futuro molto interessante.

Quanto manca per lo stadio?

Lo stadio è talmente ingombrante che nessuno lo può fermare. A parte gli scherzi, l’opera è complessa, in un tessuto sociale e amministrativo complesso, ma la convinzione dell’utilità del progetto per l’intera comunità da parte di tutte le forze politiche è indiscussa. È un investimento per l’Italia, sarà un investimento privato e straniero. Sarà il più grande nella città di Roma negli ultimi anni, è una città che ha bisogno di investimenti privati e infrastrutture. Roma ha bisogno di tornare competitiva a livello internazionale, perché se non si attraggono investimenti stranieri nella capitale d'Italia si fa molta fatica a reggere il confronto con le naturali concorrenti come Parigi, Londra, Madrid e Barcellona. È un investimento fondamentale per tutto il sistema. Siamo orgogliosi di portarlo avanti e fiduciosi. Dopo tanta fatica ci sentiamo un po' più vicini, speriamo di avere entro l'estate i permessi per costruire.

Sulle cessioni e la permanenza dei big.

Dobbiamo cominciare a invertire, perché siamo stanchi di parlare di numeri. Le operazioni di mercato sono sempre delle scelte, condizionate dalla scelta tecnica dello staff ma anche dal rispetto necessario di condizioni economiche. Tutti devono rispettarle, anche il Barcellona e il PSG, anche la Juve e l'Inter. Continueremo a vcndere nel contesto delle scelte. L'attività di calciomercato è fisiologica e deve essere colta come opportunità per rispettare parametri economici che si trasferiscono in una scelta tecnica. Perché quello che si fa lo si fa per vincere, non per coprire dei buchi di bilancio e basta. Nonostante tutte le critiche a questa attività che sembra una colpa, ma è il rispetto delle regole. La Roma chiuderà, si spera, con l'accesso alla Champions, dopo una semifinale giocata fino all'ultimo. E' una stagione soddisfacente, più dell'anno scorso. Continuamo a crescere. Se andremo in Champions sarà il quarto anno di fila e se questo avviene anche attraverso operazioni di calciomercato che sono studiate anche per rispettare certe condizioni, non può essere una colpa. Quindi smettiamo di parlare di questo tema come fosse una malattia. E' il necessario rispetto delle regole comune a tutte le squadre.