news as roma

Parla il mental coach di Schick: “Mai commiserarsi, da lì cominciano le negatività”

Jan Mühlfeit aggiunge: "Quando un atleta pensa di essere il primo della classe è il momento che scivola al secondo posto"

Redazione

"Aiutare a sbloccare il potenziale umano è il mio obiettivo" lo dice spesso Jan Mühlfeit, mental coach al quale si è affidato di recente anche Patrick Schick. Qualche segnale di timido risveglio, rispetto alla versione opaca ammirata fino a non più tardi di un mese fa, sembrerebbe esserci stata. Lo stesso global strategist confida, a ruik.cz, come aiuta i suoi pazienti e tra questi anche il centravanti giallorosso.

"La forza mentale passa da quattro strategie - dice muhlfeit -. La prima è la respirazione. Bisogna farla attraverso il naso, perché sotto stress è facile sbagliarla. Deve normalizzarsi in modo da non percepire un pericolo. Poi c'è il dialogo interiore che va distinto in due parti: c'è l'ossessione mentale e il mantra. Quando un atleta pensa a se stesso come il primo della classe è il momento che scivola al secondo posto, ma è il pensiero di tornare avanti che lo farà di nuovo raggiungere i suoi obiettivi". 

Secondo Jan muhlfeit è di vitale importanza lasciare da parte l'autocommiserazione: "Nel momento in cui si inizia a pensare a un rigore sbagliato o una partita di tennis fallita, allora cominciano ad arrivare pensieri negativi. Bisogna essere critici, ma mai nei confronti dell'uomo". 

Infine c'è la capacità di vedere nel futuro: "E' l'immaginazione di un mondo che non esiste ma che credo possa diventare realtà. L'importante è distinguere sempre il sogno dalla reale". Ora se questi consigli potranno aiutare anche Patrick Schick, solo il tempo potrà dirlo.