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Parcheggi impossibili, tornelli rotti e musica assordante: è fuga dall’Olimpico

I problemi che portano i tifosi a preferire il divano al seggiolino dello stadio sono tanti, troppi. Alcuni mai raccontati

Francesco Balzani

Coinvolgere i tifosi e riportare la gente allo stadio. È questo il post scritto e lasciato sulla scrivania del fan manager Fabbricini da Pallotta prima di partire per Londra. I numeri d'altronde sono impietosi: media di 33 mila spettatori tra AtleticoMadrid e Verona con la prevendita per Roma-Udinese che non decolla. Per farlo però il nuovo dirigente avrà bisogno di molti più fogli. I problemi che portano i tifosi a preferire il divano al seggiolino dello stadio sono tanti, troppi. Alcuni mai raccontati. Archiviamo per un momento la crisi economica e i prezzi dei tagliandi (a Milano o Napoli non sono troppo diversi). Mettiamo anche da parte i mancati successi da 9 anni a questa parte (la Roma di Radice o Mazzone non vinceva di più). L'Olimpico oggi è sempre meno a misura di tifoso e viene vissuto con stress per altri motivi.

PARCHEGGI IMPOSSIBILI E TORNELLI ROTTI -  Il parcheggio selvaggio è rimasto, basti guardare le auto sui marciapiedi a viale Angelico o a PonteMilvio. Però è stato allontanato, e quindi non solo irrisolto ma ha generato un’altra enorme difficoltà per i tifosi che intendono venire all’Olimpico. La zona intorno lo stadio, infatti, è diventata off limits almeno per le auto. Così chi vuole parcheggiare è costretto a farlo ad almeno 1 km dall’Olimpico (arrivando un paio d’ore prima dell’inizio del match) assediato dai soliti parcheggiatori abusivi. Un problema per tutti, ma ancora di più per anziani e famiglie costrette a una vera e propria maratona per raggiungere la zona del ForoItalico. Una volta arrivati poi i problemi non sono finiti. I due preflitraggi, soprattutto a ridosso della partita, creano file equiparabili a quelle viste alle Poste nel giorno della consegna delle pensioni. Questo perché spesso i tornelli sono rotti, malfunzionanti. Sopratutto in occasioni dei match serali. Contro l’Atletico chi si è presentato alle 20 all’ingresso del settore Sud, è riuscito ad entrare allo stadio poco dopo il fischio d’inizio. Intollerabile, e impareggiabile con il resto d’Europa dove spesso gli stadi si riempiono all’ultimo minuto. Senza file, senza disagi.

INQUINAMENTO ACUSTICO - Una volta entrati allo stadio, ecco il bombardamento acustico. Musica a tutto volume, speaker urlanti, e il rumore della Sud coperto dalle note di FabriFibra o Jovanotti. Voi direte? Siamo allo stadio, non a teatro. Ma a tutto c’è un limite, così come c’è un limite preciso di decibel da rispettare. Ultimamente, invece, l’Olimpico pare una discoteca. Le persone faticano addirittura a parlarsi, i cori della curva non si sentono. Altro problema: l’inquinamento acustico causa uno stordimento della fauna nella zona. Quindi piccioni, e gabbiani si riversano sopra lo stadio a fare i propri bisogni sulle teste dei tifosi. Lo sa bene un infermiere dell’Olimpico che domenica scorsa ha passato un quarto d’ora per ripulirsi. Lo sa bene anche la Roma che spesso si è lamentata col Coni per l’eccessiva presenza di volatili.

I DIVIETI - Dopo quasi due anni di sciopero la Sud è tornata al suo posto. Le barriere, infatti, sono state tolte (con ritardo), ma i divieti e la paura di un Daspo resta. E’ accaduto ad alcuni tifosi della Nord per aver esposto una foto di Alberto Sordi, è successo ai tifosi in corteo nel pre-derby dello scorso anno, o ad altri per aver occupato un posto diverso da quello assegnato. Senza contare l’ormai totale assenza di striscioni (allo Juventus Stadium ne sono stati esposti alcuni vergognosi contro Fiorentina e Torino). Tutte regole scritte per carità, ma chi sta in curva sa che i divieti da osservare dovrebbero essere ben altri. Anche questo ha portato i tifosi che vivevano lo stadio con una passione “diversa” ad allontanarsi. Eurobet Codice Promo 2017