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Spalletti: “Il derby vale triplo. Nainggolan è l’evoluzione del calciatore” – GALLERY – AUDIO – VIDEO

Ill tecnico giallorosso alla vigilia del primo derby di coppa Italia: "La Curva Sud è casa nostra, è il nostro luogo, è un riferimento, un luogo che sarà sempre affollatissimo e che noi vedremo sempre pienissimo"

Redazione

Messo da parte per qualche giorno il capitolo campionato, la Roma si tuffa sulla coppa Italia: domani sera all'Olimpico i giallorossi sfideranno la Lazio di Inzaghi nella gara di andata valida per le semifinali della competizione. Alla vigilia del match, mister Spalletti interverrà in conferenza dalla sala stampa di Trigoria per presentare la gara.

Bollettino medico: "Il percorso di Florenzi sarà abbastanza lungo, anche se avendoci parlato proprio ora perchè è venuto a salutarmi ha sempre questo sorriso stampato fin dal primo momento dell'infortunio, di questa cosa impossibile che gli è ricapitata, e questo è il miglior viatico per essere il prima possibile a disposizione. Nura sta proseguendo tutto regolarmente e tra poco riprenderà ad allenarsi con noi. Emerson  ieri si è allenato e non ha sentito niente, per e cui ci sarà da ribadire oggi ma se tutte le cose sono normali sarà a disposizione. Spalletti nessuna novità in confronto a quanto sempre detto, niente di nuovo e si prosegue sulla stessa strada".

Come è cambiata la Lazio in questi ultimi mesi?

Secondo me la Lazio era stata costruita perché avesse un successo come sta avendo ed è stata costruita bene. L'unico dubbio mi sembrava che fossi poi l'allenatore ma ha dimostrato di non essere il rincalzo di nessuno, di essere un allenatore che può ambire a squadre di questo livello. Abbiamo di fronte un avversario forte.

Domenica scorsa l'Inter, domani la Lazio e sabato il Napoli. Partite che tolgono più a livello mentale o atletico?

Sono tre partite che stimolano moltissimo e non tolgono assolutamente niente. Questo è il nostro mondo, il livello di partite, il livello di calcio e di confronto che volevamo raggiungere e ora ci siamo dentro fino al collo, per cui è il nostro ambiente, è una cosa normale. E' chiaro che da un punto di vista fisico ci saranno delle dispersioni e qualcuno in queste tre partite sarà cambiato, però sono convinto che poi la squadra si farà trovare pronta in qualsiasi scelta farò, ma cercherò di creare il meno problemi possibili però non dipenderà dai calciatori perchè ormai è evidente la maturazione che hanno fatto. Nel discorso di domenica sera, prima di affrontare la partita, si è toccato proprio questo tasto che è da un anno che lavoriamo su questo e percepiamo il cambiamento, una sostanza che si chiama maturazione che la squadra ha fatto. E' una cosa fondamentale, soprattutto la forza mentale per andare ad affrontare questo periodo che ci vede di fronte a delle squadre di grandissimo spessore.

La Roma arriva meglio a questo derby, si aspetta un atteggiamento conservativo della Lazio?

Non sappiamo mai come ci arriviamo dentro le cose, perché è una questione di quello che è successo. Ma sappiamo come uscirne perché possiamo determinare dentro la partita. Come ci arriviamo? Ci sono dei dati ma non hanno mai valore nel piatto che bisogna riempire. Quello che faremo determinerà come ne usciremo. Noi ovviamente ne vogliamo uscire bene, ma loro faranno la partita che sanno fare perché non ho mai visto - e l'ho vista giocare spesso -  cambiare totalmente il loro modo di essere. Riescono benissimo a compattarsi sotto palla come hanno fatto contro l'Inter, ma ogni ripartenza poi è fatta di corsa e di qualità, perché hanno giocatori di forza fisica, di velocità, di impatto e tecnica. In tutte e due le cose che sceglieranno sono squadra, e noi dobbiamo fare altrettanto mettendoci anche di più perché vogliamo vincere questa semifinale.

Qual è la forza e l'unicità di Dzeko, Nainggolan e Salah insieme?

Proprio per le qualità un po' diverse che hanno possono essere un completamento di un assieme e di una forza che poi dà sempre sbocchi importanti. Uno è fisico e tecnico, uno è veloce e più leggero però velenosissimo quando attacca la porta come Salah, l'altro (Nainggolan, ndr) sa fare tutto perché puoi chiedergli qualsiasi cosa e la sviluppa. A volte ho visto che vi siete divertiti a trovare aggettivi per fare paragoni o titoli: uno di questi potrebbe essere 'l'evoluzione della specie calciatore', perché se ne hai dieci di lui io sono convinto che ne viene fuori una squadra fortissima anche senza badare al ruolo. Con dieci Nainggolan dentro una partita viene una squadra fortissima. Diventa facile trarre delle conclusioni che è un reparto fortissimo, di quelli che fanno da traino alla squadra: i gol sono importanti e sono convinto ci porteranno fino in fondo in questo modo che stanno gestendo adesso.

Come cambia preparare il derby ma giocando anche un ritorno?

È molto simile agli altri derby, perché dare tutto deve essere una costanza. Quando hai alle spalle una città e un pubblico come quello della Roma ma anche quando si è un professionista hai degli obblighi di professionalità e di competenza, di dover far vedere una convinzione e una forza, da parte mia e dei calciatori. Il derby vale triplo, non doppio ma triplo. La cosa più importante di questa partita è che ti fa accedere a una finale che si gioca a Roma. E perchè sta a cuore ai nostri tifosi e noi siamo sensibili a questo. Secondo me abbiamo raspato sul fondo del barile sempre nell'avvicinarsi alle partite, perché non ho mai visto un atteggiamento o un sopracciglio di quelli che non gli interessa la causa del motivo per cui siamo qui. Ma questa volta, se ci fosse ancora dello spazio, si va ancora più sul fondo, più su dentro per raspare ancora più in profondità.

In un derby si annullano le differenze tecniche?

Dipende dalle differenze, anche se il derby avvicina molto le qualità e le possibilità. Qualsiasi partita ha dei punti in comune e il derby ne ha molti di più, li avvicina ancora di più. In questo caso qui poi c'è meno differenza che tra la Juventus e il Torino per cui sarà sicuramente una partita più equilibrata dell'altro derby. Ha fatto vedere che spesso il fatto emotivo può dare e togliere qualcosa: un po' di paura, viene un po' di timore a fare delle situazioni, a portare avanti dei concetti nella partita. Poi però quando il timore bussa alla porta ci deve essere il coraggio di aprire, guardare e in quel momento il timore va via da solo.

La Roma viene considerata favorita, è meglio o peggio arrivarci al derby?

A volte quelli che dicono che ora sei favorito sono quelli che hanno fatto il tweet che Dzeko per fare gol andrebbe tolta la porta da fondo campo, o che Emerson non lo considerano dentro i 20 calciatori della rosa, o che Jesus è venuto qui perché era un avanzo... Ce da vedere chi lo dice. O che Fazio... Quello che si scrive rimane e non va via. Io dico che ci sono due squadre forti che si affronteranno ad armi pari perché entrambe hanno portato avanti un discorso fatto di gioco, di vittorie, di componente squadra, di assieme, senza andare poi ad approfittare di niente ma solo la loro forza. Noi abbiamo degli obiettivi ugualmente importanti oltre quello che può essere questa partita qui e ci sono altre cause di quella che è la composizione di un lavoro, di una strategia, di un programma societario. Loro danno molto a questa e dipende come gestiranno la tensione di dare tutto in questa partita. Intanto siamo migliorati perché non ho visto video girare legati a guerre e armamenti per cui è segno che siamo migliorati.

Rispetto alla gara di dicembre arrivate a questa partita con otto punti di vantaggio sulla Lazio. Quanto incide il pubblico che anche stavolta diserterà lo stadio?

Prima di tutto per quanto mi riguarda, per me conta solo l'ultimo derby ma anche per i giocatori. Conta questo, tutto quello che è avvenuto nei derby precedenti non conta niente. Se qualcuno vorrà vedere nella partita di domani una curva vuota, quella non sarà la nostra, perché quello è un luogo di riferimento di quella che è la passione dei nostri tantissimi sportivi. Quella, la Curva Sud, è casa nostra e quando si guarda a casa nostra la vedi sempre piena. Se mi immagino casa mia la vedo sempre piena. Idealmente è così. Le statistiche dicono che siamo moltissimi e in continua crescita: ovunque si respira aria giallorossa, è dipinta l'aria qui. Non è solo annusata, è visibile. Per cui Curva piena domani, pienissima. I tondini del cemento armato, lì dentro ci scorre giallorosso. La Curva Sud è casa nostra, è il nostro luogo, è un riferimento, un luogo che sarà sempre affollatissimo e che noi vedremo sempre pienissimo.

Lei ha fatto la fortuna di Simone Perrotta, ma la sua più grande intuizione è aver spostato Nainggolan trequartista, quasi seconda punta?

Perrotta è uno che assomigliava molto Nainggolan, anche se l'ho visto ancora bene fisicamente e probabilmente anche domani potrebbe giocare un tempo. Sono quei giocatori che hanno un po' tutto addosso, che sanno far tutto e sanno adattarsi. Sono partiti dal niente e non hanno bisogno di essere etichettati per ritagliarsi il loro spazio. Io mi ricordo la prima volta con Perrotta: lo incontrai a cena da Checco dello Scapicollo, e lui mi venne a salutare tutto formale e mi disse che era difficile stare qui. Gli chiesi in che ruolo volesse giocare e mi rispose: "Io mister se viene fuori una situazione di squadra gioco da tutte le parti, ma qui il concetto di squadra non si percepisce". Nainggolan è un giocatore che si può mettere ovunque, che si adatta a fare qualsiasi cosa. Se gli chiedi lui codifica e va. Se lo lasci stare va più di quello che gli chiedi perché ti immagini abbia benzina 10 e quando sta in riserva lui ti dà lo strappo per fare altre due km e fare il pieno. È facile, vuol dire andare a cercare di farmi dei complimenti che non ho, perché abbiamo visto che è un giocatore forte. Poi se lo metti davanti alla difesa ti raddoppia quella qualità lì: lui racchiude quella che è la personalizzazione di tanti ruoli di tanti calciatori. Non ce ne sono tanti che fanno quei gol e allo stesso tempo rincorrono la palla in difesa e fanno quell'uncino per portare via palla. Fa un dribbling nello stretto e allo stesso tempo rincorre dieci giocatori. E' un animale raro, e sono fatti così. Non ho nessun merito.

Viste le caratteristiche di Nainggolan la squadra potrebbe correre il rischio di diventare troppo dipendente dalle sue caratteristiche?

No, anche perchè la squadra è forte. Se si parla di maturazione, di maturità è proprio attraverso l’esser cresciuti su delle qualità complessive dell’addizione dei calciatori stessi, perché sennò non potremmo dire questo. Ci sono anche delle partite dove lui non ha giocato, un mini periodo dove non ha giocato, ho scelto altri e la squadra ha vinto lo stesso. Sennò si torna a rifare gli stessi errori che abbiamo fatto fino a questo momento qui. Secondo me la Roma non è un calciatore solo, la Roma è e deve essere una squadra, una società, un assieme di impegno e di conduzione professionale che poi porta a un confronto contro un’altra grandissima società o contro altre grandissime società. La squadra della Roma. Radja ha risposto bene domenica: "io faccio questo per la squadra perché loro mi aiutano a fare questo", ha detto a fine partita. Quella è la soluzione a tutto, è lo svolgimento di tutto, perché probabilmente essendo una squadra che ora ha questo equilibrio lui riesce a metterci ancora qualcosa in più perché se no poteva darci un contributo esclusivo e totale. Messo dentro una squadra forte il suo contributo è ancora più evidente. Il ragionamento generale è quello lì, abbiamo bisogno di un’addizione di calciatori forti per essere una squadra forte. Un calciatore solo forte non può mai far vincere una squadra. Bisognerebbe trovare la parola giusta e pensarci. Il potere assoluto toglie qualsiasi voglia di cercare soluzioni, il potere assoluto a volte ti dà l’interesse della gestione e basta, non ti porta a cercare qualcosa in più del momento che stai vivendo, perché non ci sarebbe confronto. Diventa fondamentale la crescita generale.

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De Rossi potrebbe riposare domani?

E’ un modo carino per chiedermi qualcosa della formazione: io ti capisco, ma tu devi capire me, diventa difficile andare lì dentro. Effettivamente li devo rivedere. Qualcuno ha giocato questi 90 minuti giovedì e domenica. De Rossi l’ho fatto giocare giovedì proprio per dargli il senso che non era una partita scontata, perché è il capitano anche se non l'ho messo nelle giuste condizioni ma l'intenzione era quella e si tiene conto di tutto. La risposta voleva evidenziare che sempre si sta attenti a più di un dettaglio nella composizione, per cui ci si fa attenzione anche adesso. Però è soprattutto quello che fanno vedere loro, quello che è il risultato oggi: nell'allenamento di oggi , bisogna vedere la botta che ha preso e come si sta evolvendo e le le sensazioni, per cui non te lo dico se gioca domani.

Secondo lei domani è un esame che deve superare anche l’Olimpico per la questione barriere?

Io sono sempre fiducioso, è un’occasione importante da cogliere quella messa a disposizione. Quando ci sono due pensieri totalmente diversi, come successo per lo stadio, il punto di incontro sta sempre a metà. E’ difficile che uno sia nelle condizioni di doverti concedere tutta quella che è la sua ragione, dobbiamo fare quello che è il nostro ruolo, dobbiamo fare bene quello che è il piacere e il nostro obiettivo, ovvero vivere queste serate e questi momenti qui. Noi tutti dovremmo avere quello come punto più alto della nostra ricerca in quello che sarà nel nostro comportamento domani sera. Notturna? Sarà la stessa cosa. Se vado ad assistere a Roma ad una partita di notte è più bello, c’è atmosfera. A me è capitato nel periodo in cui ero fermo andare in giro per il mondo: le più belle partite si giocano in notturna, ci si diverte, si ride, si mischiano i colori, deve essere così. Ci danno un’occasione, noi dobbiamo andare verso questo punto d’incontro che sta a metà. Se non fossi in campo domani andrei a vedere la partita. e tiferei per la squadra e accetterei qualsiasi risultato e tornerei a casa raccontando le cose belle a mia figlia.