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Gervinho: “Deluso per l’esonero di Garcia, senza di lui non potevo restare alla Roma”

"Nonostante tutto quello che si è detto, la squadra non era così male. Era ancora sufficientemente ben piazzata per arrivare a qualcosa. Rudi, per me, è più di un allenatore. È stato lui a battersi per farmi venire a Roma"

Melania Giovannetti

L'ex attaccante della Roma, Gervinho, in un'intervista al quotidiano francese "L'Equipe" svela i retroscena del suo passaggio dal club giallorosso alla squadra cinese dell'Hebei, e del suo rapporto con Rudi Garcia.

HEBEI - L'attaccante ivoriano ammette di aver scelto il club cinese soprattutto per l'ingaggio faraonico offertogli: "Il progetto qui è interessante. Il club è salito in Super League (la prima divisione cinese, ndR) e ora vuole crescere nel campionato. Non mentirò, il contratto che mi hanno offerto è enorme (tra gli 8 e 10 milioni annui). Ma se ci offrono tanto, è anche perché ce lo meritiamo. Questo servirà anche ad aprire la strada ad altri calciatori che forse prima non avrebbero osato fare il grande passo".

ADDIO ALL'EUROPA - Nonostante alcuni giocatori abbiano passato solo pochi mesi in Asia, Gervinho si dice fiducioso per la sua nuova esperienza: "Drogba se ne andò dalla Cina dopo pochi mesi? Ognuno ha la sua storia. Magari può non andare bene agli altri e, invece, andare benissimo a te. È chiaro che, sportivamente e culturalmente, la Cina non ha niente a che vedere con quello che ho conosciuto fino ad ora, però non avevo più né la motivazione né la voglia di restare in Europa. Anche se non posso dire che non tornerò mai più, penso che la mia carriera europea sia finita. Ora ne ho iniziata una nuova in un altro continente".

INGIUSTIZIA GARCIA - Per l'ex giallorosso la partenza di Rudi Garcia è stata un vero e proprio shock, che lo ha convinto ad abbandonare la Roma. "L’esonero di Garcia ha fatto precipitare le cose. Sono stato sorpreso e deluso perché, secondo me, non c’erano motivi per cui non potesse finire la stagione. Nonostante tutto quello che si è detto, la squadra non era così male. Era ancora sufficientemente ben piazzata per raggiungere qualunque traguardo (quinta allora, ora terza, ndr). Rudi, per me, è più di un allenatore. È stato lui a battersi per farmi andare a Roma. Sarei potuto restare dopo la sua partenza, il club voleva tenermi, ma ho detto ai dirigenti che avevo bisogno di stare bene anche nella testa e quello non era più il caso. Per me, quando hanno messo fine al contratto di Garcia, lo hanno fatto anche con il mio. Non potevo più continuare".