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Gandini: “La Roma è un premio. L’assenza dei tifosi allo stadio fa male”

"Al Milan era finita un'era, credevo di andare all'estero ma la possibilità giallorossa era affascinante. Doloroso non aver tifosi allo stadio, senza di loro difficile arrivare al successo"

Redazione

Umberto Gandini, amministratore delegato della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni al sito ufficiale del club giallorosso. Ecco le sue parole:

L'arrivo alla Roma?

"Onestamente, non avrei mai pensato che sarei andato a lavorare per un altro club italiano. Ho sempre creduto che la mobilità all’interno dello stesso paese fosse qualcosa riservata allo staff tecnico o ai giocatori e che per un dirigente fosse meno probabile, specialmente se si viene da una carriera lunghissima con un solo club. Ovviamente, l’opportunità di lavorare per un club molto importante come l’AS Roma, con una lunga tradizione, in una bellissima città, con una proprietà di alto livello e un progetto ben definito per il futuro era affascinante. Il ruolo che mi è stato offerto è stato un po’ come un riconoscimento dopo i 23 anni al Milan e ne sono molto orgoglioso, ma, d’altro canto, è stata anche la fine di un’era rossonera sancita dalla decisione ufficiale di Berlusconi di vendere il club. Il preliminare è stato firmato e prima o poi i cinesi prenderanno il controllo del club. Per me è stato come un messaggio: 'La tua era al Milan è finita'. Ciò che abbiamo fatto al Milan ormai è storia e fa parte del passato, adesso, l’unica cosa che conta per me è il presente e il futuro. Il mio presente è l’AS Roma e spero che sia anche il mio futuro".

Curva Sud?

“Fa molto male alla Roma, specialmente sul campo, ma anche a tutto il Club. È un’assenza dolorosa. Io sono arrivato dall’esterno, ma ero a conoscenza dei problemi di ordine pubblico e del confronto tra Curva Sud e autorità cittadine. Ovviamente, nei miei primi tre mesi e mezzo in carica ho avuto l’opportunità di approfondire la situazione, ho avuto modo di parlare con le forze dell’ordine e col club per avere un quadro ancora più chiaro dello scenario. Il resto dei tifosi sta vivendo un’atmosfera diversa così come la squadra ospite. La partita contro il Milan di qualche giorno fa giorno è stata fantastica perché moltissime persone sono venute a sostenere la squadra: hanno capito che avevamo un’opportunità storica. La Curva Sud non c’era a causa dei problemi ben noti, ma comunque c’era gente. Questa esperienza è stata fantastica per i giocatori e per la squadra. L’unica cosa che potrei chiedere per l’anno a venire è risolvere questo problema una volta per tutte, rispettando leggi e regolamenti e rispettando tradizioni e orgoglio personale. Non sarà facile, ma questo club deve farcela. Ci sono vari problemi a livelli diversi e quello della Curva Sud è forse il più visibile e che influisce anche sul resto dello stadio. Stiamo aspettando di conoscere i piani delle autorità per il prossimo anno. Il dialogo è sempre stato aperto: sono stati inviati messaggi avanti e indietro per sederci a un tavolo e provare a trovare una soluzione condivisa. Speriamo che questo avvenga all’inizio del 2017. Tuttavia, ci sono tanti altri problemi che attanagliano il pubblico in generale: parcheggi, trasporti… Il fatto che Roma, la capitale, debba essere un esempio per il resto del sistema dal punto di vista della sicurezza è difficile da far accettare alla gente di Roma. Siamo determinati a trovare una soluzione a tutte queste questioni, specialmente per la fine della stagione in corso e per l’inizio della prossima”

Questione stadio...

“Per Jim e per il CdA è importante che il club sia vicino ai propri tifosi. I giocatori, lo staff e tutti i messaggi che abbiamo inviato sono ovviamente ispirati dalla visione del presidente Pallotta e della dirigenza: noi siamo una famiglia. Siamo un’entità unica e il Club non può avere successo ai massimi livelli possibili senza il sostegno dei tifosi. Per esempio, si dice che il nuovo stadio di Torino, col fatto che è sempre pieno al 95%, valga circa 10 punti in più a stagione per la Juventus. Ora, non so quali parametri si seguono per misurare questo dato, ma comunque è un dato di fatto, quando si gioca su un campo in cui i tifosi sono vicini all’azione, sostengono i giocatori, si fanno sentire, questo sicuramente mina la fiducia e la tranquillità degli avversari. Sarebbe fantastico tornare a quei giorni in cui venire all’Olimpico era una grande esperienza, anche se per ora in casa svolgiamo il nostro ruolo molto bene visto che siamo ancora imbattuti”.