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Gandini: “Nella nuova Roma ci sarà Nainggolan. L’obiettivo non può non essere lo scudetto”

L'ad giallorosso poi ha parlato di Monchi: "Spero che il suo progetto venga capito, nessuno ha comunque la bacchetta magica. Pallotta ha mandato un messaggio di solidità e continuità con il suo arrivo"

Redazione

Nell'ultimo anno la dirigenza della Roma ha subito diversi cambiamenti, a partire dall'inserimento di un uomo di assoluta esperienza e prestigio come Umberto Gandini. L'ad giallorosso è attualmente con la società in America e ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di 'Tutti convocati' su Radio 24.

Sulle tournée estive delle big in giro per il mondo.

Tutti i grandi club in questi anni hanno seguito questo esempio, magari andando in posti meno vantaggiosi a livello climatico ma preparando la stagione con impianti di alto livello e in aree dove il calcio sta crescendo. Poi quest’anno con l’ICC i grandi club hanno trovato un percorso comune per portare il calcio anche in queste aree.

E' uno svantaggio girare il mondo in estate? Ad esempio il Napoli non lo ha fatto...

Per me è tutto relativo. E’ chiaro che se si dovesse scegliere un percorso ideale si rimarrebbe a casa propria, ma guardando il risultato dell'ultima stagione due delle prime tre hanno fatto la tournée. Sono scelte, noi siamo una società improntata alla crescita, sia per il prodotto calcio ma anche la città di Roma ci impone di portare questo vessillo in giro per il mondo. Poi abbiamo la proprietà americana, qui è ideale lavorare in collaborazione con Harvard.

Calcio in giro per il mondo anche d’inverno?

E’ abbastanza difficile giocare la stagione regolare in giro per l’Europa. Ci sono vincoli e regole, nessuno è riuscito a farlo, ci sono i tentativi con le supercoppe, come la Francia e in passato l’Italia. La Premier fa questo torneo asiatico tutti gli anni, aumenterà sicuramente la qualità. Non è più però il tempo per fare solo un esercizio di brand, ma si affrontano squadre importanti per prepararsi al meglio.

Nainggolan ha rinnovato?

Il dialogo è apertissimo, Radja è della Roma con contratto ancora pluriennale. Siamo positivi verso la costruzione della squadra che comprenderà anche Radja e che darà grandi soddisfazioni.

Il nuovo progetto con Monchi è stato capito?

Mi auguro di sì. Scetticismo l’ho percepito, ma il messaggio principale che Pallotta ha dato è la solidità del progetto sulla continuità con un professionista di altissimo livello. Lui conta sulla crescita della squadra, nessuno ha la bacchetta magica ovviamente, Monchi è arrivato in una situazione definita dagli anni passati. Ha fatto delle operazioni e ne farà altre ma gli elementi stanno migliorando la squadra.

Gli obiettivi?

Una grande squadra come la Roma non può non giocare per vincere il campionato. E’ l'obiettivo che ci siamo prefissati, come altre tre-quattro squadre. Poi ci sono le partite, tante situazioni che definiscono il risultato finale. La Juve vince da 6 anni e la Roma è quella che gli è costantemente più vicina. Dovremo fare ancora un passo avanti. L'obiettivo è fare il meglio possibile fino all’ultimo minuto di ogni singola partita e questo ci porterà a fare bene. Dobbiamo anche essere realisti, ci sono anche gli avversari e tutte le big puntano allo stesso risultato. Faremo il possibile per arrivare a questo traguardo.

Sul Milan.

E’ nuovo. Il brand è lo stesso ma il cambio di proprietà è stata una cesoia netta rispetto al passato e questo mercato sta riportando una squadra di altissimo livello e importanza come il Milan e questo fa piacere sia ai tifosi rossoneri che non per il fascino del campionato. Serie A e Premier sono gli unici campionati dove ci sono sempre almeno 4 squadre che in teoria lottano per lo scudetto.

Sponsor.

E’ una delle priorità che abbiamo, è una situazione che deve definirsi, ci sono opportunità buone e meno buone, la società è alla ricerca di elementi che ci agevoleranno nel nostro percorso.

Sui diritti tv, Lotti ha detto che vuole fare una divisione più equa.

Da un lato la Roma è preoccupata, la situazione in cui ci troviamo in Lega è preoccupante. Condivido alcune affermazioni del ministro col qualche il dialogo è continuo sulla Lega e sul futuro del calcio. Maggiori risorse finalizzate a migliorare l’equilibrio competitivo sono importanti, ma sono un po’ scettico che l’equilibrio competitivo in campo sia raggiungibile con norme scritte. L’importante è come queste risorse vengono impiegate. Riequilibrare viene quasi interpretato più verso il basso, ma noi abbiamo un calcio di vertice che deve mantenere una certa posizione in Europa, quindi nella visione del ministro ci sarà attenzione anche verso quelli che trainano il calcio italiano.