news as roma

Di Francesco: “In America per tenere alto il nome della Roma. Bene l’atteggiamento di squadra”

Il mister giallorosso: "Siamo stati corti e compatti, poi era normale avere delle difficoltà. Contro il PSG giocherà qualche nazionale"

Redazione

Eusebio Di Francesco è intervenuto in conferenza stampa dopo la gara amichevole vinta dalla sua Roma contro lo Slovacko. Queste le sue parole:

Partita vera, una sua analisi.

Importante per trarre indicazioni sui giovani, queste partite bisognerebbe farle più avanti perché loro erano più preparati. E' venuta fuori la nostra qualità, abbiamo lavorato meglio nel palleggio nel secondo tempo e mi è piaciuto soprattutto l'atteggiamento di squadre nel rimanere sempre corti. La linea difensiva ha sbagliato solo sull'errore di Castan, come lavoro di reparto sono molto soddisfatto.

Un parere sul giro palla e Gonalons.

Siamo al 14 di luglio, è normale che le gambe non girino e non siano brillanti. Ci sono ragazzi di 17 anni che non fanno sempre bene la prima giocata con tante persone che ti vengono a vedere con una squadra davanti che fisicamente ci hanno messo in difficoltà. Perotti non era al meglio e ho dovuto fare delle scelte anche se avrei voluto fare giocare a qualcuno dei minuti in più. Sul palleggio ero convinto che avremmo avuto difficoltà nel primo tempo. Volevo vedere l'atteggiamento di squadra nelle difficoltà, essendo sempre corti e compatti.

Su Bruno Peres.

Contento della sua applicazione anche in difesa, è più facile attaccare che difendere anche mentalmente. Ha una gamba superiore rispetto agli altri, dobbiamo lavorare soprattutto mentalmente con lui, può fare meglio ma ha fatto bene.

Defrel vice-Dzeko o attaccante esterno?

Non è ancora nostro, con me ha lavorato quasi sempre da prima punta, può fare anche l’esterno. In due anni ho lavorato con lui così tanto che non vorrei fargli perdere la sua qualità migliore se arrivasse.

Su Pellegrini.

Dobbiamo valutare l’infortunio che ha avuto oggi, mi auguro che non sia nulla di importante. Se fosse solo un fastidio lo porterò in America e potrebbe giocare anche la prima partita dall’inizio.

Su Gerson.

Come prima idea deve velocizzare le giocate e muoversi di più senza palla. Ci stiamo lavorando, viene da un calcio differente e naturalmente deve alzare un po’ i ritmi. Lo vedo disponibile, un po’ di pazienza e sono convintissimo che migliorerà. Certi giocatori hanno bisogno di tempo in più per adattarsi a certi campionati, spesso tanti stranieri hanno fatto il salto di qualità dopo un anno o più. Ma non solo lui.

Sui nazionali, come li gestirà?

Il tempo è stretto perché giochiamo dopo tre giorni, di quelli che rientreranno dalla nazionale qualcuno dovrà giocare per forza. In questo ritiro il problema più grande è stato lavorare con pochi giocatori, in America ne avrò di più e qualcuno giocherà anche se non in condizioni ottimali, anche se non è positivo. Noi non andiamo in giro a fare figuracce, ma vogliamo portare in alto il nome della Roma ed è questo che vogliamo fare anche gli Stati Uniti.