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Di Francesco: “Sarà una grande stagione. Totti farà il dirigente quasi sicuramente” – VIDEO

Le parole del neo tecnico giallorosso: "Dovremo formare un grande gruppo che compatti tutto l'ambiente"

Redazione

Ultimo giorno di vacanza per Di Francesco, che da domani prenderà possesso della sua scrivania a Trigoria, prima di partire per il ritiro di Pinzolo il 7 luglio. Questa mattina il tecnico giallorosso è stato intervistato dal Quotidiano d'Abruzzo. Queste le sue parole:

Cosa rappresenta per te l'arrivo a Roma, dopo le esperienze passate?

E' un motivo di grande soddisfazione. Non sono un grande sognatore, ma è stato un po' come il percorso che ho fatto da calciatore, sono partito dal basso e ho fatto le mie esperienze per arrivare a questa grande possibilità che cercherò di sfruttare al meglio. Sono sereno e convinto che sarà una grande annata.

In famiglia hai anche tanti tifosi della Roma.

Sì, a partire da Federico, anche se mi dice che non lo devo più dire perché lo condiziono. Lui è cresciuto nello spogliatoio di Trigoria, si sedeva selle ginocchia di Totti e De Rossi che a quel tempo era ragazzino, ora è il suo idolo. Ogni volta che fa gol, lui o un suo compagno, esulta mostrando quel senso di appartenenza che ritengo fondamentale nella squadra.

Due anni fa speravi nello scudetto della Roma visto che in famiglia hai molti tifosi. Quindi quest'anno se non vinci...

E' un motivo di pressione in più per questa stagione (ride, ndr).

Il tuo staff, tutto abruzzese.

C'è Danilo Pierini, che conosco dai tempi del Val di Sangro e da allora è un mio stretto collaboratore. Poi c'è Nicandro Vizoco, non sarà con me invece Franco Giammartino, la Roma ha un centro americano che lavora dal punto di vista della metodologia del lavoro e non vuole rompere gli equilibri, ma Franco verrà a lavorare con me in futuro. Poi c'è Stefano Romano, che ha avuto la sua prima esperienza da allenatore professionista ed è cresciuto bene, ha tanta voglia di imparare.

Allenerà la tecnica?

Diciamo che in Serie A i giocatori dovrebbero già averne tanta, di tecnica, ma la ripetitività migliora. Vi assicuro che parteciperanno anche i più vecchi, ho visto Cannavaro che a 35 anni si allenava sulla tecnica. Significa che si può sempre migliorare.

Primo allenatore abruzzese a sedersi su una panchina in Europa.

Record che la gente magari dimentica ma che danno soddisfazione, anche se l'hanno conquistata gli altri. Quella col Sassuolo è indimenticabile, è stato un percorso unico che mi auguro di ripercorrere anche a Roma, seppur in maniera diversa. Conquistare le cose sul campo è davvero una grande soddisfazione.

L'esperienza a Bilbao indimenticabile. E' un tipo di calcio che le piace quello spagnolo?

Mi piace il calcio spagnolo sicuramente, mettono la tecnica e la tattica davanti a tutto. E' normale che ci vuole anche impegno dal punto di vista fisico, ma loro riescono ad unire le due cose. Hanno insegnato calcio a tutto il mondo. Ora tutti cercano di giocare dal basso e di buttare via di meno la palla, sono aspetti di una crescita culturale perché il calcio va avanti ed è bene che tutti stiano al passo con i tempi.

Cosa manca alla Roma per fare una cosa importante in campionato e in Europa?

Una risposta io la posso dare solo sul lavoro. Posso portare il mio modo di vedere il calcio, evidenziando pregi e difetti di una piazza che si abbatte e si esalta troppo facilmente. Dobbiamo creare un gruppo che possa compattare squadra e ambiente portando positività. Ovviamente dipende tanto dai risultati, siamo legati a questo, ma la forza sta anche nel non abbattersi. Ho avuto la fortuna di vincere uno scudetto a Roma, anche se non sono stato proprio protagonista per via di un brutto infortunio, ho vissuto quel grande gruppo. Dobbiamo ricreare quella grande coalizione, non sono nella squadra, ma con la società e l'ambiente.

Senza Totti?

Lo avremo quasi sicuramente come dirigente, al di là del ruolo che sceglierà. Ci ho parlato ultimamente e sarei felice di averlo al mio fianco, sarebbe un valore aggiunto per la sua conoscenza dell'ambiente e per il suo spessore all'interno della squadra. E' ovvio che poi l'allenatore lo faccio io, ma avere vicino delle persone che conoscono l'ambiente e i giocatori mi aiuterebbe a trovare la chiave di lettura per  molte situazioni.

Tra l'altro con lui c'è un ottimo rapporto.

Da quando non abbiamo giocato più insieme ci siamo sentiti con grande continuità, non ho avuto la fortuna di allenarlo ma è più giovane di me...

Cosa pensi sulla sua gestione dell'ultimo anno?

Per poter giudicare qualcosa bisogna viverlo. Come se io venissi qui a giudicare i vostri rapporti interni.