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«Chi tocca Totti muore»

«Chi tocca Totti muore»

Malgrado gli anni che passano, Francesco Totti è ancora una leggenda alla Roma, dove potrebbe prolungare

Redazione

Intorno allo stadio Olimpico, Francesco Totti è onnipresente. In questo mercoledì sera di derby contro la Lazio, durante la semifinale d'andata di Coppa Italia, le magliette con il suo nome sono ben più numerose sulle spalle dei tifosi, di quelle con Dzeko e Nainggolan, le stelle del momento. A due ore dal match, scrive Gregoire Fleurot in un reportage realizzato per L'Equipe, i fratelli Christian e Manuel Villani, due bravi ragazzi sorridenti, servono le birre al Quindici, un chiosco che si è trasformato in bar da qualche anno. Non appena si evoca "Il Capitano", il primo mostra fiero il petto. Sul cuore, un Tottitatuato mentre batte una punizione che vale la vittoria. "L'unica statua che manca a Roma, è il suo busto", dice mezzo serio.

Quella sera, l'allenatore, Luciano Spalletti, fa uscire il suo numero 10 dalla panchina all'86esimo, quando la sua squadra è sotto di due gol. I passi sono pesanti, ma il tocco c'è sempre. Un passaggio no-look, un sombrero al limite dell'area. Non abbastanza per muovere il punteggio. Quando ritrovo Christian dopo la partita, il suo buon umore è sparito. "Che può fare in 10 minuti? Niente! Merita un pò di rispetto!".

VORREBBE RINNOVARE IL CONTRATTO - A quarant'anni, il secondo miglior marcatore di sempre della serie A (250 gol in 612 partite), vive una venticinquesima stagione da professionista complicata. Quest'anno, "Il Re di Roma", è partito titolare solo in 5 partite, mai contro una grande squadra, segnando 3 gol. Ieri pomeriggio, contro il Napoli (nuova sconfitta per 1-2), non è nemmeno entrato. "Spalletti lo utilizza alla fine, per fare la differenza quando gli avversari sono stanchi", spiega Andrea Pugliese, giornalista della Gazzetta dello Sport. "Ma durante il derby, lo ha fatto entrare troppo tardi, e molti l'hanno presa come un'offesa".Totti ha un altro problema: è in scadenza di contratto e vorrebbe rinnovare, in attesa di un segno dalla dirigenza. Su un muro giallo e rosso di via del Pozzuolo, a qualche passo dal Colosseo, una scritta avverte: "Chi tocca Totti muore". E secondo il gusto di alcuni, il presidente Pallotta e il suo allenatore l'hanno toccato troppo spesso negli ultimi tempi.

Dopo il suo ritorno sulla panchina romanista a gennaio 2016, al posto di Rudi Garcia, il calvo toscano non ha solo diminuito i minuti in campo di Totti. Un mese dopo la presa in carico delle sue funzioni, Spalletti non aveva esitato a rimuovere il capitano dalla lista dei convocati dopo che questo lo aveva criticato in un intervista alla RAI. Il risultato sembrava inevitabile: alla fine del contratto, Totti stava per svanire in panchina delicatamente fino alla fine della stagione. E' lì che il miglior attaccante della storia del club ha ricordato a tutti chi è: da aprile a maggio, in 5 presenze, ha realizzato 4 gol pesantissimi e ha dato una svolta decisiva. Così la Roma si è qualificata in Champions League... e ha prolungato il contratto a Totti, spostando in problema di un anno. Rimettendo dunque "Il Gladiatore" nella stessa situazione, con un dettaglio: secondo, con 8 punti di vantaggio sul quarto posto (e una partita in più), la Roma si dirige verso la Champions e ha sviluppato un gioco seducente. Edin Dzeko ha segnato molto, Radja Nainggolan delizia il palco con la sua aggressività e le sue prestazioni. Per Totti, sarà più difficile giocare se continueranno così.

"SE HA ANCORA VOGLIA, DOVREBBE CONTINUARE" - Al caffè Palombini, seduti all’ombra di imponenti edifici fascisti del quartiere dell’Eur, dove Totti possiede una sontuosa villa, Vincent Candela ha delle cose da dire. L’ex difensore francese non ha più i capelli lunghi di quando era a Roma (1997-2005) ma ha conservato un’amicizia forte con il suo ex capitano: ”Sono triste per Francesco, confida il campione del mondo 1998, che vive nella sua città eterna. Lui non pretende di giocare tutte le partite ma è il più grande giocatore della storia della Roma. Se lui ha ancora voglia di giocare con la sua voglia e la sua tecnica, dovrebbe giocare. Il club dovrebbe semplicemente essere chiaro: se rinnova il contratto a Totti deve dirgli quale sarà esattamente il suo ruolo. Bisogna che ne parlino ora e non all’ultimo momento questa volta”. Problema: il numero 10 non è il solo ad essere in uno stato di aspettativa, Luciano Spallettiè anche lui alla fine del suo contratto, e attende di vedere se l’interesse presunto di molti grandi club, tra cui Tottenham e Inter, si concretizzano prima di muoversi.

Al centro di allenamento di Trigoria, a sud della capitale, non passa una conferenza stampa senza che il mister non sia interrogato sull’avvenire del capitano e sul suo. Lui ha lanciato una piccola bomba: “Se Totti se ne va, me ne vado anche io” un colpo a tre bande, da contestualizzare: se non c'è un rinnovo da calciatore Totti ha un rinnovo da 6 anni come direttore tecnico già firmato. Un ruolo che Spalletti non vede molto bene: "Spalletti è un eccellente allenatore, ma non ama che gli si dica cosa fare", analizza Andrea Pugliese, se Totti diventa direttore tecnico sarà un ruolo operativo. L’allenatore sarà obbligato a scambiare continuamente con lui il suo dominio sportivo e questo lo renderà pazzo. Per Spalletti gestire Totti come giocatore è finalmente il male minore. 

UNA FINE AMARA COME MALDINI? - Per Candela la situazione è molto più semplice di cosi. Se Spalletti parte Totti rimarrà. Se Spalletti resta, molte squadre americane si farebbero insistenti. Un finale amaro come quello di DelPiero alla Juventus o di Maldini al Milan, due icone che i loro club non hanno saputo conservare nel loro organigramma. Non è da escludere: "Giocatori così importanti possono diventare ingombranti per il club” conferma Candela. Non sono delle marionette. Maldini non è restato perché voleva un ruolo importante e non semplicemente per vendere delle magliette. Per James Pallotta il caso Tottiè un rompicapo senza una soluzione ideale. Se il capitano gioca un anno, il rischio di una nuova stagione di troppo è reale, se resta come direttore tecnico potrebbe prendere troppo potere, se finisce la sua carriera altrove, la popolarità del presidente americano già ai suoi minimi andrebbe ancora più in basso. Spalletti vuole prolungare Totti ad ogni costo.

Da parte dei tifosi, la fine della storia è attesa con ansia: "Non c’è niente da pensare, questo mi da un gran fastidio” confida Giulio Lucarelli, proprietario del ristorante Core de Roma, nel quartiere San Giovanni. I muri del suo ristoranti sono arredati a gloria della Roma, a qualche passo dalla casa d’infanzia di Totti, e sono ricoperti di foto dello stadio e di maglie dedicate. Quella del numero 10 ha un posto d’onore con la sua tinta arancio e in piena inverno la sua camicia aperta e i denti bianchi, il ristoratore cura la sua apparenza ma la sua emozione non ha niente di finto: "Onestamente, mi fa male immaginare di non avere più il numero 10 sul terreno", confida con un tremolio, ma bisogna essere realisti, questo avverrà presto. Il mio sogno è che lo speaker continui a pronunciare il suo nome ogni partita anche quando non giocherà più anche tra 10 anni.

Nel frattempo Totti si allena e si tiene pronto come ha sempre fatto. Non lontano dal ristorante di Giulio Lucarelli, di fronte al club della Romulea dove Totti ha mosso i suoi primi passi, il comune ha autorizzato un murale con il viso dell’idolo, leggermente sorridente ma determinato su 10 metri di altezza. Accanto una piccola frase in forma di sfida: “Chi è il vecchio?”.