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Alisson: “Sarà un anno speciale. La Roma ha fiducia in me, voglio ricambiarla” – VIDEO

Le parole del portiere giallorosso dal ritiro di Pinzolo: "Sono migliorato molto con i piedi. Il livello della Serie A si è alzato"

Redazione

Il prestito biennale di Szczesny è ormai terminato, ora il numero uno della Roma è lui: Alisson Becker. Questa mattina il portiere giallorosso è intervenuto ai microfoni di Roma Radio per commentare i primi giorni di ritiro a Pinzolo, e non solo. Ecco le sue parole:

Ti aspettavamo, questo sarà il tuo anno. Vediamo una grande determinazione da parte tua.

Questo è un anno speciale per me. E' arrivato il momento. La Roma ha fiducia in me, voglio ricambiarla, anche per i tifosi. Voglio fare del mio meglio sempre, in campo cerco di farlo per la squadra e per tutti i tifosi, per i miei compagni. (Passa dietro Jesus, ndR) Lui è il peggio di tutti, mi dà sempre fastidio! Jesus è come un fratello per me, lo conosco da 10 anni.

Mi racconti Alisson che portiere è?

E' un bravo ragazzo, che in campo è cattivo, forte, che cerca di fare sempre il meglio. Un portiere forte, veloce, ma soprattutto che lavora come un malato e ha tantissima voglia di vincere.

Savorani vi mette sotto, vi fa lavorare tanto!

E' sempre così! Per i portieri deve essere così, non possiamo sbagliare altrimenti è finita. Dobbiamo lavorare di più degli altri ragazzi.

In cosa sei cambiato quest'anno?

Si cambia, in un anno si imparano tante cose. Ho cambiato anche un po' il mio stile. La base è quella, ma qualcosa ho l'ho imparata anche qui. A Savorani piace lavorare molto sui piazzamenti, per essere sempre piazzati bene. Questo mi piace tanto. Anche il modo di gestire la palla, di giocare insieme alla squadra... Questa è la differenza maggiore col Brasile.

I grandi portieri brasiliani sono quelli che sono venuti a giocare in Europa. E' stato questo il segreto?

A chi mi chiede com'è giocare in Europa, dico che tutti devono andare a giocare fuori. L'ho detto anche a mio fratello, che ora gioca in Portogallo. Qui il calcio è un po' diverso. Anche il modo di vivere è diverso, la testa dei calciatori è diversa. Qui sono tutti professionisti, mentre in Brasile ci sono tanti professionisti, ma purtroppo qualcosa intorno al calcio ti dà un po' di fastidio. Questa esperienza per me è molto importante.

Il ruolo del portiere si è trasformato, ora si gioca molto con i piedi. Innanzitutto: come ti è venuto in mente di fare il portiere in Brasile?

Da piccolo ero il più giovane di tutti, guardavo gli allenamenti di mio fratello, mi piaceva farlo. Noi abbiamo 5 anni di differenza, lui è più grande di me. Gli sono piaciuto, sono cresciuto lì. Quando ho cominciato ho fatto un allenamento a centrocampo, poi sono andato in porta. Meglio in porta. C’era un po' di casino lì, ora sono qui da solo e faccio il mio… (ride, ndR).

Stai lavorando sul fatto di giocare con i piedi?

Anche all'Internacional mi piaceva giocare sempre con i piedi. In nazionale ci sono tanti calciatori di qualità che sono abituato con i vostri portieri. Quando sono arrivato qui per forza dovevo farlo, a Spalletti piaceva questo modo di usare il portiere per giocare e per gestire la palla. Ho imparato a giocare meglio con i piedi, penso di essere cresciuto sotto questo aspetto.

Come si fa a parare un rigore a Perotti?

Lui è un bravo ragazzo. Parargli un rigore è quasi impossibile. Mi sono allenato tanto lo scorso anno, non parlo tanto per aiutare gli altri portieri... Calcia 10 rigori ad allenamento, l'anno scorso mi ha dato un po' di fastidio... (ride, ndR). Serve anche un po' di fortuna.

Perotti è un pazzo, si è allenato tutta l'estate!

Perotti sta benissimo. Ha voglia di vincere sempre. Gli argentini sono così, sono cattivi. Lui ha tanta voglia di vincere e aiutare la squadra. Già ha fatto un gran lavoro, ci ha aiutato ad arrivare in Champions in una partita assurda. Quel giorno avevamo voglia di vincere, era anche l’ultima di Francesco. È stata una partita speciale e lui ha lavorato tanto per quel momento. Lavora adesso per quest'anno, che forse sarà l'anno più importante per noi.

Migliorare 87 punti non è facile.

Penso che il livello della Serie A si sia alzato delle squadre. Si sono preparati bene, quindi dobbiamo avere la testa giusta, lavorare forte. È già iniziato il campionato, si comincia adesso a lavorare, anche in vacanza. Anche io ho lavorato un po’ in vacanza, anche gli altri ragazzi. Ormai non c’è più pausa.

Capitolo Gerson: cambiare continente a 20 anni non è facile… Il primo anno si può soffrire.

E’ vero, è difficile, cambia tutto. Cambia il clima, la lingua, il modo di giocare in campo. Penso che Gerson sia un bel calciatore e anche un bravo ragazzo. È disponibile ad imparare. Penso che farà bene il suo lavoro qui alla Roma, darà molta gioia ai tifosi giallorossi.

Siete brasiliani un po’ atipici, siete bravi ragazzi…

Sì, siamo bravi! Noi siamo pieni di esempi positivi qui a Roma. Cafu, Emerson, Falcao… abbiamo questa fortuna di avere tanti esempi positivi.

Ti trovi bene a Roma?

Sì, mi trovo bene. Io sono del sud del Brasile, lì fa freddo e caldo come a Roma, è simile a qui. È più una zona europea. Cambia la lingua, ma per me non è stato difficile impararla.