news as roma

Alisson: “Di Francesco ha la mia stessa voglia di vincere. Pretendo molto da me stesso”

Il portiere brasiliano: "Mi sono messo in testa di diventare uno dei portieri più forti della storia della Nazionale. Mi metto tanta pressione addosso, a volte troppa"

Redazione

È il simbolo della Roma di Di Francesco, che ha ottenuto una storica qualificazione ai quarti di Champions League ed è in lotta per giocarci anche la prossima stagione. Su Alisson Becker c'erano perplessità iniziali: era la sua prima stagione da titolare in Serie A ed arrivava dopo un portiere come Szczesny che tanto bene aveva fatto negli ultimi due anni. A suon di prestazioni, però, si è dimostrato uno dei migliori interpreti del ruolo al mondo. Il brasiliano è stato intervistato dalla rivista bimestrale "Undici": "È stato un anno di attesa, mi aspettavo di giocare di più ma non ho mollato in nessun momento, mi sono allenato forte. Da Spalletti ho anche imparato a guardare la giocata prima di ricevere il pallone, quindi a giocare meglio con i piedi. Così so già cosa farò". Oggi Alisson si è guadagnato il posto da titolare con Eusebio Di Francesco: "Di Francesco è un uomo intelligente e ha molta voglia di vincere, come me. È una virtù che mi piace, sono contento che il nostro capo sia quello che vuole vincere più di tutti".

Sul ruolo del portiere, Alisson dice: "È un ruolo che attrae quelli bravi. Un portiere per essere moderno deve avere personalità, posizionamento, concentrazione e soprattutto deve saper leggere in anticipo. Da portiere devo pensare che il mio compagno sbaglierà, per stare sempre pronto e non restare sorpreso".

Tra i suoi modelli c'è Taffarel, oggi so preparatore in Nazionale. "Cerco di prendere le caratteristiche di più portieri e adattarle a me".  Tra qualche mese, difenderà proprio la porta del Brasile: "Non lo immaginavo ma l'ho sognato sempre, grazie a quella frase di mio padre: 'Pensa in grande e sarai grande'. Fin dalla prima partita, mi sono messo in testa di diventare uno dei portieri più grandi della Nazionale brasiliana".

Per arrivare dov'è oggi, Alisson ha lavorato molto su se stesso: "Io so di non essere perfetto. Per questo a volte lavoro anche troppo, mi rimprovero molto. La pressione interna, mia, viene prima e mi pesa più di quella esterna, che in passato soffrivo un po'. Ora da quella mi sento pronto a difendermi, mi sento pronto a gestire le mie emozioni, la responsabilità. So che posso reggere grazie all'esperienza di questi anni e grazie al lavoro".

Sulla preparazione delle gare, ha un suo rituale ben preciso: "Guardo le partite degli avversari e le loro caratteristiche, prima di affrontarli. Il giorno della partita mi concentro sulla mia prestazione. Guardo i video, le parate che ho fatto e perché le ho fatte così. Punto molto sulla concentrazione. Nello spogliatoio, poi, immagino la partita che sarà".