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Alenichev: “La Roma e l’Italia sono nel mio cuore. Ho ancora rapporti con la leggenda Totti”

L'ex centrocampista giallorosso: "Sono stato allenato da Zeman ma anche Capello e ho capito che il loro lavoro tattico portava vantaggi in campo"

Redazione

Sono passati quasi 20 anni dall'arrivo di Dmitri Alenichev alla Roma. Centrocampista offensivo acquistato dallo Spartak Mosca, il suo percorso in giallorosso sarà per tutt'altro che memorabile. Il suo score a Trigoria parla di 43 presenze e 7 gol a cavallo tra il '98 e il 2000, ma è in Portogallo che arriveranno le sue soddisfazioni più grandi: al Porto di Mourinho Alenichev conquista Coppa Uefa e Champions League segnando in entrambe le finali. Il fantasista russo classe '72 ha ripercorso la sua carriera a Itasportpress:

Ha giocato all’estero e allora prima domanda classica: gli allenamenti in Italia sono molto diversi dalla Russia?

Sì, in Italia ci sono più esercizi tattici ma io li applico in quantità minime.

Tra i tanti allenatori nella sua lunga carriera di calciatore: ci sono Zeman e Mourinho. Da chi dei due ha appreso di più?

Si è vero sono stato allenato da Zdeněk Zeman ma anche Fabio Capello ed ho capito che il loro lavoro tattico portava vantaggi in campo. Sinceramente, mi sono sentito più a mio agio con Mourinho in Portogallo.

Che ricordi ha della sua avventura in Italia alla Roma e poi al Perugia?

Ho ricordi meravigliosi, perché ho vissuto a Roma, dove ho giocato in una splendida squadra con campioni del Mondo e campioni d’Europa. Con il leggendario Totti, mi sono trovato bene e continuiamo ad avere buoni rapporti. Ho vissuto in un ottimo paese, ho conosciuto le tradizioni locali e le persone che vivono lì. Ho conosciuto tanti amici in Italia con cui sono ancora legato. Il ricordo dell’Italia rimarrà per sempre nel mio cuore.

Gli allenatori italiani in Russia fanno bene. Secondo lei Massimo Carrera è stato determinante allo Spartak per la vittoria del campionato la scorsa stagione?

Sì tanto, prima di tutto perchè il tecnico italiano ha trasformato la squadra sul piano caratteriale. E’ parso evidente a tutti che i suoi ragazzi entravano in campo molto caricati e determinati tanto che numerosi gol sono arrivati negli ultimi minuti. Massimo Carrera ha saputo dare fiducia alla squadra e a tutto l’ambiente Spartak. Certamente le difficoltà per vari motivi dello Zenit e del CSKA hanno agevolato il compito allo Spartak ma questo aspetto non toglie meriti a Carrera.

Roberto Mancini è il tecnico giusto per far vincere il campionato allo Zenit?

L’organico dello Zenit ha una importante spina dorsale di stampo argentino visto che molti giocatori sono sudamericani. Senza dubbio sono i favoriti per la vittoria del campionato russo, tanto più che adesso hanno già molti punti di vantaggio su CSKA e Spartak. Penso che lo Zenit potrà aumentare ulteriormente il vantaggio in classifica.