rassegna stampa

Roma, viaggi da Champions

Redazione

Òggi a Verona e venerdì a Milano con l’Inter, 5 giorni clou per i giallorossi: le reali ambizioni si testano in trasferta. Fonseca vuole una squadra coraggiosa e dominante

Il destino è là, fuori casa. La Roma si gioca tanto, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, tra oggi e venerdì: a Verona contro l'Hellas e a Milano con l'Inter di quel Conte che la scorsa estate ha detto no proprio ai giallorossi, spianando la strada a Fonseca.

Il Verona è avversario scomodo, non a caso con 18 punti è ottava (insieme con il Parma) e lontana dalla zona retrocessione, quindi più rilassata e vogliosa di giocarsela senza patemi. Il campionato ambizioso lo sta facendo proprio la squadra di Juric, oltre le proprie aspettative. La Roma non vince in trasferta in campionato da un mese, l'ultima a Udine, quando la squadra era in piena emergenza, quando Mancini faceva il centrocampista e Dzeko aveva la maschera, perché l'alternativa (Kalinic) stava peggio di lui.

Oggi Fonseca può ragionare sull'abbondanza (22 giocatori, resta a casa Pastore, ancora alle prese con i problemi all'anca, più Mirante), anche se i suoi fedeli - in attesa di Cristante (partito con la squadra nonostante non sia tra i convocati) - li ha scelti e con quelli cerca di raggiungere la sua perfezione, i traguardi. La Roma, a suo dire, ha margini di miglioramento. "La squadra ora è stabile difensivamente e a me piace pure un gioco di dominio sugli avversari, ma non è facile qui in Italia. A livello di possesso palla non c'è troppa differenza tra le squadre. Mi piace però quando la mia riesce a dominare e quando riesce a giocare stabilmente negli ultimi trenta metri. Questo aspetto è da migliorare", sostiene Fonseca.

Il tecnico non avrà Zaniolo (squalificato), probabilmente rilancerà Under dal primo minuto («Mkhitaryan non ha i novanta minuti nelle gambe», dice l'allenatore portoghese). Servono calciatori in grado di saltare l'uomo: Cengiz, almeno fino a qualche tempo fa, mostrava fiero questa caratteristica, oggi il tecnico vuole recuperarlo ma punta molto su Kluivert, visibilmente cresciuto negli ultimi mesi.

Il dubbio vero è sul terzino destro: Fonseca ha a disposizione sia Santon, sia Spinazzola sia Florenzi. Se sta bene, il titolare sarà Spina. Non ha dubbi su chi porterà la fascia, i dubbi che aveva Dzeko a Istanbul quando ha scelto Smalling. "Lo ha scelto perché ha riconosciuto in Chris un leader. E io ero d'accordo". Fonseca non ha problemi, dice, a schierare Mancini a Verona, anche se - gli fanno notare nel fargli la domanda - è diffidato. Ecco: Mancini non è diffidato, vale la pena chiarirlo.