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Ignazio Marino sognava lo stadio a Tor di Valle in tempi record, entro il 2017, "ci giocherà Totti", era sicuro l'ex sindaco. Invece, intoppo dopo intoppo, nonostante Parnasi e sodali, secondo i pm, spargessero finanziamenti e tangenti, scrive Lorenzo De Cicco su Il Messaggero,l'apertura del nuovo impianto con annesso "Ecomostro" di uffici e alberghi, inesorabilmente slittava.
Stavolta sembrava fatta, fino a mercoledì, quando Roma si è svegliata con la notizia della maxi-retata che ha portato 9 persone agli arresti con accuse che vanno dall'associazione a delinquere alla corruzione, alla falsa fatturazione, al traffico di influenze e al finanziamento illecito.
Progetto congelato, in attesa di una verifica approfondita su tutti gli atti presentati dalla Eurnova di Parnasi. Mentre tra i consiglieri grillini monta la fronda dei contrari: "Dopo gli arresti per mazzette, meglio fermarsi", dicono in tanti.
Il vertice di ieri mattina tra Virginia Raggi e il diggì della Roma, Mauro Baldissoni, non è stato risolutivo. Il club vorrebbe che il Comune approvasse la variante il prima possibile, la sindaca però non cerca scorciatoie. "Tutto deve avvenire nella piena legalità". I tecnici del dipartimento Urbanistica sono già al lavoro sui faldoni presentati dai privati.
Se mai l'operazione sopravvivesse ai colpi dell'inchiesta, i tempi si allungheranno e non di poco. Pallotta avrebbe voluto aprire lo stadio addirittura nella stagione 2020-2021, ma tra la verifica degli atti, il piano viabilità e trasporti da riscrivere, la vicenda dei terreni in mano a Eurnova, che dovrebbero essere venduti, assieme al progetto, (a chi?), la matassa più che dipanarsi si ingarbuglia. Difficile che l'impianto possa aprire prima del 2022.
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