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Il nuovo Lamela, cocco di Zeman

Redazione

(Il Messaggero – U.Trani) Erik Lamela, alzando la cresta più di quanto sia riuscito a fare all’Olimpico il suo coetaneo El Shaarawy, chiude il 2012 da capocannoniere della Roma.

(Il Messaggero - U.Trani) Erik Lamela, alzando la cresta più di quanto sia riuscito a fare all’Olimpico il suo coetaneo El Shaarawy, chiude il 2012 da capocannoniere della Roma. Con la Coppa Italia, 2 gol nell’edizione scorsa alla Fiorentina, l’argentino, 15 reti, ha fatto meglio di Francesco Totti, 14, e di Dani Osvaldo, anche lui 14 come il capitano. La doppietta al Milan gli ha permesso di mettersi in testa la corona di re, sfilandola ai due compagni che erano piazzati meglio di lui.

Lamela è il simbolo della nuova avventura di Zeman sulla panchina della Roma. L’argentino è il miglior marcatore giallorosso in questo torneo con 10 gol in 14 presenze (nemmeno Totti, Del Piero e Baggio, alla sua età, erano arrivati in doppia cifra in serie A). Nel campionato scorso solo 4 in 29 partite: la differenza è evidente. Ora è un altro giocatore, anche più decisivo, come dimostra l’ultima doppietta ad Amelia. E’ titolare per i gol, ma anche per il fisico e per la corsa, per la velocità e la tecnica. A convincere il tecnico di Praga che a fine agosto, prima del debutto in campionato lo etichettò come uno che «ancora non aveva capito i movimenti da fare sulle fascia», è stato però il sacrificio tattico. Erik suda anche quando non ha la palla e rincorre l’avversario che scappa.

Anche Totti, sempre titolare in campionato (ha saltato solo la gara degli ottavi di Coppa Italia), sta andando meglio. E lo stesso Osvaldo, 9 gol in 13 partite del torneo e quasi tutti pesantissimi, ha un rendimento superiore a quello della stagione passata, comunque positiva, con Luis Enrique in panchina. La media dell’italoargentino nei primi quattro mesi di quest’annata è da applausi: 14 reti, comprese le tre in maglia azzurra e quella in Coppa Italia.

L’ATTACCO

Se Lamela più di ogni altro giocatore testimonia il lavoro di Zeman negli schemi offensivi anche le altre punte confermano di essere adatte a questa idea di calcio. Totti e Osvaldo avevano già avuto il boemo come allenatore, ma anche Destro si sta integrando. La Roma ha il miglior attacco della serie A: 42 gol, compresi i tre del successo a tavolino contro il Cagliari. Sarebbero quindi 39, come la Juventus prima in classifica. Insomma il reparto resta comunque il primo (a pari merito) del torneo, con le punte protagoniste: 30 reti, con le 4 di Destro e quella di Nico Lopez. Con 81 gol, i giallorossi chiudono in testa il 2012: Luis Enrique e Zeman, rispettivamente 39 in 22 gare e 42 in 18, superando gli 80 di Conte con la Juve campione d’Italia e sempre al comando della classifica. In questa stagione sono 12 i giocatori che hanno fatto centro: l’ultimo della lista è Burdisso, a segno dopo più di un anno. L’argentino e Castan sono gli unici difensori ad aver festeggiato. Entrambi di testa. Diventa un’altra caratteristica della Roma di questa stagione: è la squadra che finora ha firmato più reti, 10, con colpi di testa.

LA DIFESA

C’è anche l’altra faccia della medaglia: la Roma conclude l’anno con la peggiore difesa della serie A. Sono 62 i gol subiti, 35 con l’asturiano e già 29 con il boemo. Il percorso è simile, anche se i giallorossi, con le sei vittorie nelle ultime sette partite (inclusa quella di Coppa Italia), hanno finalmente sistemato la differenza reti. Il saldo attivo, più 13, ha permesso al gruppo di Zeman di avvicinarsi alla zona Champions. A una giornata dalla conclusione del girone d’andata, il sesto posto in classifica ha una visuale migliore sulla Grande Europa: solo 3 punti dal terzo posto e 4 dalla Lazio seconda. E vantaggio negli scontri diretti con l’Inter e la Fiorentina che al momento sono sul terzo gradino del podio.

L’EQUILIBRIO

Zeman, dopo il derby, dovrebbe aver trovato l’equilibrio nel suo assetto che resta spregiudicato, come dimostrano i 34 gol su 39 segnati dentro l’area (la Roma è anche in questo caso la migliore), spesso invasa dai suoi giocatori. E già si è tolto una bella soddisfazione: mai, dopo 18 giornate, aveva conquistato 32 punti. Alla Lazio, nella sua prima stagione da allenatore biancoceleste, si era fermato a 31, piazzandosi poi al secondo posto. Il precedente non può che generare ottimismo. La sua Roma giovane e spericolata ha fretta di crescere: sono 20 le reti su 39 realizzate nei primi tempi. All’inizio i giallorossi hanno spesso concesso il recupero ai rivali di giornata, adesso non più. Di sicuro la migliore condizione atletica può aver inciso. Da non sottovalutare, però, le scelte. Zeman sta cambiando poco gli interpreti, insistendo su 13-14 uomini. Tra questi c’è il portiere titolare Goicoechea che giocando gli stessi minuti di Stekelenburg (8 gare e mezza) ha preso 11 gol, mentre l’olandese 18.