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Alla fine, forse, hanno ragione quelli che pensano che la Roma sia una squadra più europea, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Adatta alle competizioni internazionali, o almeno adatta all'Europa League. Non si spiegherebbe, in caso contrario, il doppio rendimento dei giallorossi: malissimo in campionato, molto bene in Europa League. Stasera l'andata della semifinale, contro il Manchester, è l'occasione per una città intera. Alla guida quel tecnico a due volti, Paulo Fonseca, con il destino appeso a un filo e lui questa situazione la respira da tempo. Ma vuole portare a termine al meglio il suo percorso in giallorosso: l'allenatore portoghese, in Europa, viene da nove vittorie, due pareggi e una sconfitta. Nel 2021 è imbattuto, avendo giocato le tre partite a eliminazione diretta, con Braga (due vittorie), con Shakhtar (due vittorie) e con l'Ajax (una vittoria e un pari).
Paulo sa perfettamente che, molto probabilmente, il suo destino non cambierà nemmeno dopo un eventuale successo della Coppa: il discorso con Sarri non è chiuso, ma le parti sono molto avanti e la prossima settimana ci sarà un altro incontro con il manager dell'ex tecnico del Napoli. "Non possiamo andare a Manchester solo per difendere. - dice Fonseca - Dobbiamo avere la palla, l' iniziativa, il coraggio di uscire e giocare contro lo United. Essere ambiziosi. Abbiamo le nostre armi da sfruttare. È una grande opportunità per il club, ma anche per la città e per i giocatori. Non tutti hanno la possibilità di affrontare il Manchester United in una semifinale europea. Di certo è la gara più importante della mia carriera. Il sostegno dei nostri tifosi a Trigoria è stato determinante".
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