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Da venerdì sera anche nel mondo del calcio qualcosa è cambiato. L'attacco a Saint-Denis rappresenta una novità: gli stadi non sono più zona franca. Dal 10 giugno 2016 la Francia ospiterà l'Europeo, ma l'allarme non si ha soltanto da due giorni. Dopo l'attentato del 7 gennaio scorso a Charlie Hebdo, a far scattare l’allarme fu Jacques Lambert, presidente del Comitato organizzatore di Euro 2016, indicando la competizione continentale tra gli obiettivi sensibili.
«Nonostante le tantissime precauzioni prese, i terroristi hanno dimostrato di poter colpire in qualsiasi momento: la preoccupazione adesso è ancora più grande» ha chiarito Noel Le Graet, presidente della Federcalcio francese. Spetterà, invece, proprio a Lambert, 67 anni, rendere sicura, nella prossima estate, la manifestazione. Anche perché, come sottolinea Ugo Trani su "Il Messaggero", l’eventuale rinuncia a ospitarla, avrebbe il significato della peggiore ritirata davanti al nemico. Intervistato dall’Equipe lo stesso Lambert, ex prefetto ed ex capo di gabinetto, ha escluso la possibilità della cancellazione dell’evento: «Siamo in una situazione di guerra, ma niente panico: sarebbe riconoscere che chi ci attacca ha ragione di farlo. La sicurezza era già per noi il capitolo più importante e lo è a maggior ragione ora».
Questo, tra l'altro, sarà il primo Europeo con 24 nazionali. 51 le partite in programma in ben 10 città francesi, durerà più a lungo: 1 mese. Il livello di allerta è salito a 1 (massimo grado). Essendo previsti almeno 8 milioni di turisti/spettatori, saranno da proteggere le fan-zone, dove i tifosi si fermano prima, durante e dopo le gare, più che i ritiri delle nazionali. Il ministero dell’Interno, 2 mesi fa, ha già diviso i compiti per l’Europeo: il comitato organizzatore avrà la responsabilità della sicurezza negli stadi, nei campi di allenamento e nelle strutture riservate alle squadre per il soggiorno in Francia; lo Stato si occuperà invece dell’ordine pubblico su tutto il territorio.
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