rassegna stampa

2020, un anno per due

Redazione

Dalla sfida con il Toro all’Europeo in azzurro: inizia la stagione dei sogni per Zaniolo e Pellegrini

Pellegrini-Zaniolo, Zaniolo-Pellegrini, comincia l'anno della verità per la coppia d'oro, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Della consacrazione definitiva, in Italia (con la maglia giallorossa) e in campo internazionale, fino alla definizione del loro futuro, possibilmente nella Roma, almeno è quanto si augurano i loro fans e gli stessi dirigenti a Trigoria, quelli attuali e magari quelli futuri.

Per vincere non si vendono i campioni, nemmeno i campioncini. Tanti vogliono Pellegrini capitano - con tutto il rispetto per quello attuale, Florenzi - compreso Totti, che gli ha consegnato idealmente la sua fascia lo scorso giugno.

Pellegrini ne ha di responsabilità addosso, pian piano aumentano. 1) Portare la Roma in Champions League. 2) Mantenere alto il livello della prestazione per poi essere protagonista al prossimo Europeo. Lorenzo, un dieci alla Totti con la maglia numero sette alla Pizarro, si è calato alla perfezione nel ruolo di fantasista, specialmente come uomo assist, sette in campionato (3 con il Sassuolo, 1 con il Bologna, 1 con Brescia, 1 con Verona e 1 con Spal), due in Europa League con il Basaksehir a Istanbul, meno come realizzatore, una rete soltanto (a Firenze, nell'ultima del 2019), più la mezza contro la Spal la settimana precedente (poi, autogo di Tomovic). Comincia il 2020 calcistico (domani c'è Roma-Torino) e gli esami sono aperti anche per Zaniolo, l'altro gioiello che la Roma ha intenzione di bloccare, perché le lusinghe arrvano sia per l'uno sia per l'altro. E le lusinghe a suon di milioni fanno sbandare chiunque, giocatori e club, specialmente la Roma che sta molto attenta ai conti e quindi a far quadrare i bilanci con le plusvalenze e i due a bilancio sono a zero o quasi. Pellegrini ha un contratto che scade nel 2021 ma il problema è quella clausola (30 milioni appena) che lo porta ad essere sempre in balia dei venti. Zaniolo ha invece un contratto più lungo, rinnovato (e adeguato) lo scorso agosto.

C'è più fretta per Pellegrini che non per Zaniolo, ma più di tanto quest'ultimo non può aspettare. Nicolò adesso deve solo pensare a fare ciò che ha fatto fino a ora: prestazioni di livello, gol (sei in totale tra campionato e coppa), assist (quattro). Ormai non parliamo più del ragazzino di belle speranze: Nicolò è una certezza, lo dimostrano le attenzioni su di lui della Premier e del ct della Nazionale, che addirittura lo convocò senza che avesse mai esordito in serie A.