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Quattro gare lontano dall’Olimpico (Porto, Cagliari, Plzen e Firenze) e ancora nessuna vittoria (una sconfitta e tre pareggi). È un dato singolare per la Roma di Spalletti, considerando che nella passata stagione la squadra giallorossa, dall’arrivo del tecnico toscano a metà gennaio, perse fuori casa soltanto con la Juventus in campionato e con il Real Madrid in Champions League, vincendo poi 7 trasferte sulle restanti 8. Un dato che, scrive Stefano Carina su Tuttosport, probabilmente si può spiegare con la diversa composizione della rosa, costretta spesso e volentieri a giocare con due ali, Peres e Florenzi.
Intanto lo stesso Florenzi ha parlato così di Belotti e degli ex giallorossi passati al Torino in estate: «Dovremo stare attenti a Belotti, è forte, l’ho visto da vicino in Nazionale e mi è sembrato un ottimo calciatore. Sono felice di riabbracciare Iago Falque e Castan, specialmente con Leo abbiamo condivisograndi vittorie».
Luciano Spalletti, spiegando l’utilizzo di Florenzi, si rifà spesso al pensiero di calcio di Liedholm: «Se la Roma è quella del secondo tempo contro la Sampdoria, allora Alessandro può giocare in quella posizione perché costringe gli avversari a difendersi. In questo caso non può ma va fatto giocare lì, perché regala sempre la superiorità numerica. In 45 minuti è arrivato 20 volte sul fondo. A Cagliari invece non è mai partito eallora abbiamo subito». Tradotto: se facciamo noi la gara, un nostro potenziale punto debole si trasforma in un nostro punto di forza. Torino-Roma non farà differenza: la supremazia sulle fasce regalerà quella sulla partita.
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