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Un sopralluogo in mezzo ai campi, un gruppetto di imprenditori, manager e progettisti dalle parti della Fiera di Roma, verso Fiumicino. Poco distanti le auto che sfrecciano verso l'aeroporto, più già lo shopping del Parco Leonardo. Si è già su aree ricadenti sul comune di Fiumicino, ma lì si guardano anche ad altre cose, ad esempio che le infrastrutture di collegamento ci sono già, che l'autostrada e la ferrovia sono già ben rodate e in funzione e che insomma, come piano B per una eventuale crisi totale del progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, da quelle parti spazio e convenienze per costruire il nuovo stadio ci sarebbero tutte.
Nei giorni scorsi emissari della As Roma sono andati a fare una "scampagnata" molto interessata su terreni di proprietà del costruttore Leonardo Caltagirone lungo la Roma-Fiumicino. Aree già edificabili, già dotate di collegamenti viari e anche in ferro, sia i treni per Roma che quelli da Orte e tutte ricadenti sul comune di Fiumicino.
Fratello di Francesco Gaetano, ma più defilato, il costruttore avrebbe offerto i suoi terreni per sciogliere dall'impasse, meglio dire l'intricatissima matassa, dell'area dove realizzare l'impianto giallorosso che tanti ostacoli, arresti, inchieste, frenate e consulenti piemontesi, ha incontrano lungo la sua accidentata via.
Si cambierebbe sindaco e amministrazione, l'iter dipenderebbe dalla giunta e dal primo cittadino di Fiumicino, uomo di lunga esperienza amministrativa, già assessore capitolino, il dem Esterino Montino. Per un possibile via libera è indispensabile il suo sostegno deciso e fattivo. E qualche tecnico azzarda anche previsioni: se l'affare si chiudesse, in due mesi si potrebbero aprire cantieri.
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