- CALCIOMERCATO
- FOTO
rassegna stampa roma
Getty Images
Peggio del giocare male tutti o quasi gli scontri diretti, c’è solo il ritenere che accada per “mancanza di mentalità”. Non c’entrano le aspettative forse troppo alte rispetto alla realtà. Il punto è che, se si ritiene una squadra mentalmente non adatta ai grandi scontri, si rifiuta il concetto stesso di competizione. E in quest’anno dominato dal Covid e dal fattore campo azzerato, scrive Paola Di Caro sul "Corriere della Sera", addurre una motivazione di questo tipo è insensato. Quasi tutte le squadre medio-piccole hanno provato ad affrontare alla pari le medio-grandi, spesso portando via loro punti. Il piccolo Benevento contro la Juve, allo Stadium, è solo l’ultimo degli esempi. È possibile giocare sempre peggio o mai meglio dell’avversario perché tecnicamente e tatticamente si sbaglia sempre qualcosa, o mancano giocatori chiave, o si è troppo stanchi, o tutte queste cose assieme. Ma non è possibile aver “paura” o sudditanza o imbarazzo contro compagini che una stagione fa ti sono arrivate dietro o che lo sono quando le incontri in classifica quando le incontri. Vorrebbe dire che si è sbagliato mestiere. Che può anche essere, ma allora bisogna andare a farne un altro dove non si percepiscono stipendi da 2-3-4 milioni senza troppa difficoltà. Giocatori e allenatori, sia chiaro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA