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Il tempo che passa può ammorbidire gli spigoli, ma José Mourinho resta un totem. Quello intorno a cui danza la Roma che sta nascendo e che lui riconosce come sua. Una cosa è certa: il plauso per i Friedkin e Pinto taglia i ponti con tutti gli alibi possibili. "La rissa contro il Porto mi è piaciuta - dice ai canali del club -. Col Betis è stata già un’altra storia. Il primo responsabile è stato l’arbitro, il secondo io. Poi c’era la situazione Dzeko. È stata una situazione strana, si sapeva che sarebbe andato via e si respiravano un po’ di dubbi sul futuro" riporta Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.
"Abbiamo iniziato il precampionato pensando di avere Dzeko ed è stata una sorpresa quello che è successo. In una situazione economica difficile per quasi tutti i club, portare a casa Tammy Abraham è stato quello che voi italiani chiamate “un colpo”. I Friedkin sono stati fantastici e su Tammy, io preferisco dire: “Aspettate e vedrete”, lo dico con tutta la mia fiducia.Con Tammy, Shomurodov e Mayoral, abbiamo un gruppo di attaccanti che mi fanno felice". Per Mourinho, gli infortuni di Spinazzola e l’addio di Dzeko hanno cambiato le cose. "Il mercato è diventato un po’ diverso da quello che avevo pensato io inizialmente, perché abbiamo perso Spinazzola per tanto tempo e poi Dzeko. Cercavamo solo una punta e non due, e non un terzino sinistro. Così tutto è diventato più difficile. Sarà la prima e spero l’ultima volta che lo dico: mi mancherà qualcosa che avevo pensato inizialmente, ma devo solo ringraziare per il mercato che è stato fatto. Sappiamo che non abbiamo la rosa più forte del mondo, sicuramente perderemo e pareggeremo, però nessuno può proibirci di pensare che ogni partita possiamo vincerla".
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