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Dopo le ufficiose freddezze della Roma sul progetto relativo al nuovo stadio e sull’area di Tor di Valle - abbinato al fascino per il vecchio stadio Flaminio - Virginia Raggi ha provato ad uscire dall’angolo due giorni fa: "Per noi lo stadio della Roma si farà, ma è un’opera che viene portata avanti dai privati e quindi sono loro a dover scegliere dove farlo. Ad oggi l’indicazione della precedente proprietà era di farlo a Tor di Valle, ma chiaramente siamo aperti al confronto con la nuova dirigenza. Noi ci mettiamo a disposizione, devono sussistere una serie di requisiti, però noi ci siamo".
Dal governo è partita una mail diretta al Dipartimento Urbanistica del Comune, a firmata direttore del Dipartimento Sport, Giuseppe Pierro. "Sindacato ispettivo" e "urgenza", si legge, intorno a tre temi legati a Tor di Valle: rischio idrogeologico, flussi di traffico e applicazione della Legge sugli Stadi. Motivo della missiva? Probabilmente una interrogazione, su questi aspetti, presentata da qualche deputato o senatore. Morale: ogni giorno che passa l’impressione è che il vecchio progetto su Tor di Valle sarà rivisto, al netto delle ipoteche e dei pignoramenti.
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