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Dare continuità a un percorso, mantenendo gli elementi più importanti e rafforzando la rosa. Come fanno Napoli e (soprattutto) Juventus. In poche parole: non vendere i vari Nainggolan, Alisson o Manolas e comprare altri giocatori per rinforzare la Roma. Questo è l’augurio di Di Francescolanciato ieri mattina a Radio 1. La speranza del tecnico per poter rientrare nella lotta per lo scudetto. Una speranza che almeno nell’immediato futuro dovrà restare tale. Il club giallorosso ha bisogno di vendere e continuerà a farlo per restare competitivi al livello sportivo e societario. Il Financial Fair Play ne è ovviamente la causa.
FFP - Tutte le società calcistiche sono legate al progetto dell’Uefa incentrato sull'autofinanziamento. Un club può spendere a seconda di quanto ricava, e a fine anno (o alla fine di un percorso di più stagioni programmato con l’organo amministrativo europeo) i costi non devono superare gli introiti. Per costi non si intendono solamente i soldi utilizzati per gli acquisti, ma anche – e soprattutto – le spese per gli stipendi dei calciatori, circa l’80% delle uscite di un club.
STIPENDI - Considerando che la Roma lo scorso anno ha avuto un’entrata di circa 175 milioni di euro e aveva uno dei più alti tettiingaggi della Serie A (92 mln lordi), sono solo due le possibili strade che la società giallorossa poteva e può percorrere per raggiungere il pareggio di bilancio: abbattere i costi di gestione, quindi degli stipendi e comprare giocatori di livello minore (limitando così la competitività), oppure mantenere le speseattuali, ma sacrificando alcuni elementi in rosa per ricavarne le plusvalenze.
PLUSVALENZE - La Roma dal 2011 ha deciso di optare per la seconda soluzione, cercando prima con Sabatini, ora con Monchi di acquistare giocatori allo stesso livello dei ceduti. Proprio per questo Pallotta e Baldissoni hanno deciso di puntare sull’ex direttore sportivo del Siviglia, il mago delle plusvalenze. “Il problema non è vendere, ma comprare male”, ha dichiarato Monchi. Perché l’acquistosbagliato può gravare sia sulla competitività della squadra ma anche sul bilancio, portando quindi a un’altra cessione importante per coprire la spesa della scelta flop.
SPONSOR - Proprio per questo lo sponsor e lo stadio sono due elementi importanti per ridurre le cessioni e raggiungere senza preoccupazioni l’ormai famoso pareggio di bilancio. Nel corso degli anni alla Roma sono arrivate offerte per il main sponsor che non soddisfacevano le aspettative e le ambizioni del club. La scelta è stata quella di aspettare e cercare un’azienda che potesse portare un ricavomaggiore, valorizzando intanto il marchio Roma.
STADIO - L’aspetto più importante però è quello relativo allo stadio: tralasciando il fattorecampo ravvicinato che darebbe una spinta maggiore alla squadra, l’importanza di un impianto di proprietà è soprattutto economico. L’esempio più eclatante è quello dell’AllianzStadium: la scorsa stagione la Juventus ha ricavato 54 milioni solamente dai biglietti venduti tra campionato e Champions League. Considerando il progetto stadio della Roma è esteso anche alla costruzione di negozi, centri ricreativi e al noleggio della struttura per concerti e spettacoli, il ricavo annuale aumenterebbe ulteriormente. A quel punto la Roma potrebbe assecondare le richieste di Di Francesco e costruire un progettotecnico che duri nel tempo.
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