Diario da Trigoria, giorno 1 - Sudano tutti, e come non sudare con quasi 35 gradi e il sole che incoccia il prato di Campo Testaccio in una Roma che da pochi giorni ha riscoperto l’afa che lascia deserte le strade all’ora di pranzo e pieni i pensieri e la voglia di mare. A Trigoria la brezza che arriva da Ostia si sente appena. Suda Di Francesco (che però utilizza furbescamente un cappello), sudano Monchi, Baldissoni e Balzaretti sugli spalti, sudiamo noi che coi nostri tablet ci troviamo a due metri da De Rossi e compagni. Ma soprattutto sudano quei 31 ragazzi che sembrano già una squadra. Anzi, che già sono una squadra. Si suda, ma non ci si annoia. Chi si aspettava corsette o esercizi di pura tecnica, infatti, resta sbalordito quando Eusebio urla: “Ora facciamo un triangolare, ogni partita dura tre minuti e mezzo. E chi perde paga una cena, anzi se perdono i marroni (Di Fra utilizza un altro sostantivo più colorito, ndc) paga Greg”. Ovvero il povero Defrel che si prende gli sberleffi di tutti. Sarà forse per questo che il franco-martinicano segna una tripletta in una delle partitelle. Ritmi alti, contrasti, pure qualche occhiataccia per un passaggio mancato.
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Si suda col sorriso, e a cena paga Defrel
Chi si aspettava corsette o esercizi di pura tecnica resta sbalordito quando Eusebio urla: “Ora facciamo un triangolare, ogni partita dura tre minuti e mezzo. E chi perde paga una cena"
Tanta sintonia però. Soprattutto tra i vecchi e i nuovi, i “piccoli” come li ha chiamati stamattina Manolas. Succede quindi di vedere Strootman che in inglese spiega la tattica a Coric. O Dzeko che già dialoga splendidamente coi piedi con Kluivert junior. Succede che Luca Pellegrini segna da centrocampo, e che Juan Jesus prende per i fondelli Strootman assente dalla foto di gruppo della squadra verde. Che ha vinto il torneo solo per la classifica avulsa. Come ricorda a gran voce Florenzi a fine allenamenti: “Ma quale pareggio, hanno vinto lo scontro diretto. Hanno vinto i verdi e basta”. Di Francesco alterna rimproveri a complimenti: chiede a Schick di buttarsi dentro l’area, elogia Santon, incoraggia Manolas che non va per il sottile. Poi si ferma a firmare autografi e stringere mani, come al suo bellissimo solito. Insomma, è il primo giorno di scuola ma Eusebio pretende subito interrogazioni e compiti a sorpresa. Una nota sul registro: mancano i tifosi, ma presto pure loro suderanno. E lo faranno volentieri.
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