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Roma, è tutta colpa dell’ambiente

LaPresse

L’ambiente di Roma è troppo ingenuo. Si incazza ma non troppo e ormai solo sui social, pronto a perdonare tutto dopo un 4-0 al Frosinone

Francesco Balzani

È colpa dell’ambiente. Sì, è colpa di tifosi, giornalisti, media, bar e radio. Ha ragione il dg Mauro Baldissoni - che calcisticamente non ha vissuto altre piazze - o il presidente James Pallotta. Hanno ragione alcuni operatori ufficiali, e pure qualche ex che in questo ambiente però ci ha vinto. Se la Roma ha preso 2 punti su 12 contro Atalanta, Chievo, Bologna e Spal non è colpa della campagna acquisti Tenderly di Monchi che ha preso tanta candida morbidezza a partire da Pastore per finire a Schick e Cristante. E non è nemmeno colpa di Di Francesco che l’ha avallata, e che oggi non è riuscito a dare un gioco vedendo sfilare sotto il naso non solo l’irraggiungibile (siamo sicuri?) Juventus ma pure Napoli, Lazio,Inter e Samp nonostante un calendario iniziale che più facile non si può. Figuriamoci se poi è colpa dei giocatori: Dzeko per qualcuno era diventato il più forte attaccante della storia (forse degli ultimi 5 anni), Lorenzo Pellegrini il nuovo Perrotta e si è pontificato per giorni sulle prove del tutto normali di Santon, Nzonzi o El Shaarawy. La colpa, come detto, è dell’ambiente. Troppo buono, troppo fregnone, troppo incline all’esaltazione.

Lo ha detto lo stesso Eusebio ieri alla fine della miserabile prestazione con la Spal: “Reagiamo solo se umiliati. Questo ambiente ti porta ad appagarti troppo facilmente quando noi non siamo ancora niente”. Ed è vero. A Torino hanno fischiato e criticato Pogba e Dybala, a Madrid in un certo periodo hanno messo in croce pure Cristiano Ronaldo per non parlare di Napoli dove De Laurentiis è contestato un giorno sì e l’altro pure nonostante abbia riportato gli azzurri dalla serie C alla Champions. L’ambiente di Roma è troppo ingenuo. Si incazza ma non troppo e ormai solo sui social, pronto a perdonare tutto dopo un 4-0 al Frosinone. Si esalta per un dribbling e un cross come accaduto con Kluivert, è pronto a paragonare Alisson ad Olsen dopo un paio di buone parate. La curva tifa 90’ nonostante uno 0-2 in casa con la Spal, e nelle radio si perdona pure la cessione di uno come Nainggolan. “Beveva, hanno fatto bene”, nemmeno Trigoria fosse diventata l’Opus Dei. O forse è proprio a Trigoria che l’ambiente è sbagliato? Forse l’autoincensarsi e trovare sempre un nemico esterno non è più la strategia giusta? Forse.