Due società in crisi d'identità, due squadre in cerca di un ruolo definito in questo campionato, due presidenti a caccia della soluzione, che inevitabilmente passa per il cambio di allenatore. A scriverlo è Bocca su Repubblica.it, che spiega come dal suo punto di vista Berlusconi e Pallotta stiano lavorando alla crisi di Milan e Roma scavando la fossa a Garcia e Mihajlovic.
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Berlusconi e Pallotta sono ancora capaci di fare i presidenti e vincere qualcosa?
I due presidenti, per motivi differenti, sembrano proseguire a tentoni nella costruzione dei rispettivi club: entrambi credono che il modo migliore per risolvere i problemi sia cambiare tecnico, ma forse alla base sono proprio loro la fonte degli...
Il francese allena la squadra mentre il presidente tratta il contratto con Spalletti a Miami, ulteriore segnale di quanta confusione ci sia a Trigoria. Dall'altra parte è l'ombra di Lippi ad allungarsi sul tecnico serbo. Ma questo tourbillon di allenatori non può far bene alle squadre: cambiarli continuamente, smentendo se stessi, significa che il problema principale non sono loro, ma te. Il giornalista di Repubblica lo scrive chiaramente e aggiunge che alla fine l'allenatore paga per le sue responsabilità ma i dirigenti e soprattutto il presidente no, perché è il padrone.
Due anni fa Allegri venne mandato via dal Milan: Seedorf, Inzaghi e ora Mihajlovic i suoi successori. Nessuno ha vinto niente (il toscano uno scudetto il primo anno). James Pallotta si è fatto sempre suggerire da Baldini prima, Sabatini e Baldissoni poi, mandando via Montella, chiamando Luis Enrique e poi richiamando Zeman per poi sostituirlo a febbraio 2013 con Andreazzoli. Infine Garcia, ammaliatore incapace di costruire un progetto serio se non un catenaccio all'italiana che lo ha portato a due secondi posti. Ora ritorna Spalletti.
Costruire un grande club è difficile, ma è evidente secondo Bocca che Pallotta e Berlusconi non hanno idea di come farlo e vanno avanti a tentoni. Forse Berlusconi ha fatto il suo tempo, si legge nell'articolo e Pallotta fatto tante chiacchiere in inglese ma concluso meno di chi parlava romano.
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