rassegna stampa

Voglia di Roma Altro che noia Festa all’Olimpico

Tutto il resto è Neuer, ancor prima che noia. È Bayern Monaco, ancor prima che Zeman. È il sabato del villaggio, è l’attesa per la partita, è il tutto esaurito allo stadio — roba da prima repubblica —, è il «non potrei essere più...

finconsadmin

Tutto il resto è Neuer, ancor prima che noia. È Bayern Monaco, ancor prima che Zeman. È il sabato del villaggio, è l’attesa per la partita, è il tutto esaurito allo stadio — roba da prima repubblica —, è il «non potrei essere più felice di adesso» di De Rossi. Ecco, questa è la cornice. E allora un po’ da stupirsi c’è, se dentro il quadro all’improvviso riesci a scorgere una polemica, quella del gioco di Garcia «a volte un po’ noioso». C’è da stupirsi anche se è parola di Zeman, un eccesso di provocazione persino per un provocatore nato come il boemo. Sbagliata la tempistica, nel giorno in cui Guardiola definisce «gioia» il movimento giallorosso in campo. E allora chissà che cosa avrebbe pensato Franco Califano, in questo simpatico oscillare tra noia e gioia. Sui social network la scelta l’hanno già fatta. L’ha fatta anche chi per una vita ha sposato le provocazioni zemaniane. Perché tutto ha un tempo. E questo è il tempo di Roma-Bayern, di una squadra tornata a riaffacciarsi in Europa dopo anni bui, scoprendo quasi di colpo la possibilità di potersela giocare.  Tutto diverso Perché è cambiato il sentimento, intorno alla Roma. Perché se il gioco fosse possibile, per un attimo sarebbe utile tornare indietro di 54 giorni, a quel pomeriggio del 28 agosto in cui la Roma scoprì che nel girone E c’erano Bayern, Manchester City e Cska Mosca.

C’era chi già faceva i conti su come centrare il terzo posto, per poi sperare in un buon cammino in Europa League. C’era chi si domandava se non fosse giusto abbandonare preliminarmente la Champions, così da concentrarsi solo sul campionato, il vero obiettivo. Ecco, dal 28 agosto al 21 ottobre a Roma è rimasto più o meno identico solo il clima. È cambiato tutto il resto. È cambiata pure la squadra, per la verità. Perché qualche dubbio a Garcia era venuto, dopo un precampionato — soprattutto un mese di agosto — così così, e una Fiorentina poi a rimettere a posto cose e pensieri. È cambiato il sentimento intorno alla Champions. «È un girone duro, sì, ma per gli altri», scrivevano i tifosi a Trigoria. I 3 milioni di euro di incasso sono lì a confermarlo. Il passaggio del turno ora è un obiettivo, il pareggio di Manchester ha rafforzato le convinzioni — dentro e fuori Trigoria — di poter arrivare nel 2015 con le trasferte europee ancora da programmare. Trasferte di Champions, ovvio.

Record d'incasso «La caccia al posto mi ha ricordato Roma-Parma del 2001», ha detto Carlo Feliziani, responsabile della biglietteria giallorossa. Tutto esaurito e incasso record all’Olimpico, oggettivamente molto più gioia che noia. Nella speranza che sia una festa davvero. E qui non si parla di risultato. Perché troppe volte l’attesa Champions si è trasformata in un bollettino medico, quando non di guerra, tra arresti e feriti all’ospedale. Nel 2010 tre tifosi del Bayern finirono al Gemelli, stasera gli agenti in servizio saranno 1.100, gli steward 700, i tedeschi 5.000. E i cancelli dell’Olimpico apriranno alle 18, con il consiglio di arrivare per tempo allo stadio. Mai consiglio sarà più seguito, tanta è la voglia di esserci.